Uscire dal coro

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In Agrilife, guidata da una giovanissima imprenditrice agricola, vengono rotti gli schemi più tradizionali di quella parte di Trentino dove l’azienda sorge. Oltre a patate e mais da granella, si coltivano erbe officinali e al posto delle vacche si allevano asine.

Si chiama Moira, ha poco più di 30 anni, è laureata in Scienze della Comunicazione e un paio di anni fa ha fatto il classico “colpo di testa”, almeno agli occhi dei più. Ha lasciato il tanto agognato posto sicuro e ha deciso di trasformare la sua passione per gli animali e per la natura in un lavoro. Così, all’imbocco della Val Lomasona, una vallata aperta e soleggiata nella zona delle Giudicarie, in Trentino, ha visto la luce una nuova azienda agricola, Agrilife. Il territorio in cui sorge l’azienda è diviso tra la vocazione turistica, legata anche alla vicinanza con lo stabilimento termale di Comano, e quella agricola, cui ancora è dedita una buona parte della popolazione della zona e che si legge nel paesaggio, dove le orticole – patate soprattutto – si alternano agli alberi da frutto e i campi a mais servono ad alimentare le vacche da latte che popolano le stalle delle zona. Anche Moira Donati è “figlia” di una tradizione agricola di generazioni, anche se per il padre il lavoro agricolo non era la principale attività, ma un modo per far fruttare, attraverso la coltivazione delle patate, i terreni di famiglia. «Quando ho avviato la mia azienda agricola – racconta Moira Donati – non volevo certo stravolgere il tipo di agricoltura che da secoli si pratica in questa valle. Solo ritenevo che andasse cambiato qualcosa per rendere la mia impresa diversa dalle altre, unica. Non volevo coltivare “solo” patate e mais. Forse la mia scelta è sembrata un po’ azzardata ai più, qui in paese, ma credo che oggi un’azienda agricola debba differenziarsi il più possibile se vuole essere moderna e redditizia».

Il profumo delle officinali

E così, nei circa 18 ettari di campagna (pochi di proprietà, una buona parte in comodato perché appartenenti ai nonni e ad altri familiari, una parte in affitto) le produzioni tradizionali convivono con quelle più innovative. Una grande estensione è destinata al mais da granella, conferito ad Agri 90 di Storo (Tn), parte dei fondi sono adibiti a pascolo per gli animali allevati allo stato libero, parte utilizzati per lo sfalcio del fieno e 2.500 mq sono destinati alle erbe officinali, di cui 1.000 a fondovalle e 1.500 nei terreni in quota, dove Moira Donati coltiva le erbe di montagna: stelle alpine, arnica e genziana, tra le altre. A fondovalle, invece, si coltivano menta, calendula, malva, rosa damascena, lavanda… tutte con metodo biologico. «La nostra azienda è certificata ICEA Trentino – spiega Moira Donati –. Essicchiamo noi stessi le erbe, ma la trasformazione avviene in laboratori esterni, anche se spero di aprirne uno io, un giorno. Con le nostre officinali si ricavano tisane, ma anche prodotti cosmetici, sciroppi (di menta, melissa e sambuco) e marmellate dai gusti insoliti, che non è possibile trovare nei supermercati, come fragola e menta, prodotta con una varietà di frutti molto rustica che coltiviamo nella nostra azienda, sempre con metodo biologico. Con le stelle alpine, invece, abbiamo persino confezionato bouquet e bomboniere per alcune spose dei dintorni!».

Articolo di Elena Consonni

 

 

[box title=”Portare gli asini in malga” color=”#FF6600″]

Ai turisti, ma non solo, è destinato il più recente progetto di Moira Donati. “Vicino ai prati in quota dove coltiviamo le erbe alpine – racconta – c’è una malga di proprietà del mio comune, Comano Terme, che viene data in gestione tramite bandi. Da quest’anno e per anni Agrilife ne ha ottenuto la gestione. Durante l’estate abbiamo già portato al pascolo una parte dei nostri animali e la casa, di proprietà del comune. è già stata pulita e un po’ sistemata, visto che per anni non era stata utilizzata. Per i prossimi anni prevediamo di realizzare delle giornate di “malga aperta” e delle collaborazioni con il sistema turismo per la valorizzazione del sito archeologico di San Martino, che si trova lì vicino, e dell’orto botanico con stelle alpine di Agrilife”. La malga, per anni sfruttata solo per fare fieno, può così tornare alla sua antica funzione di ricovero per gli animali ed essere ulteriormente valorizzata.[/box]