Un mix di tecnologie per l’irrigazione

1571

19160

Il nome, “Aladin”, è fortemente evocativo di ciò che ci si aspetta da questo progetto, pensato per utilizzare ‘magicamente’ una serie di azioni a beneficio del comparto agricolo. Lo scopo? Mettere in rete, integrare e migliorare le diverse tecnologie disponibili per fornire in tempo reale il livello di stress idrico delle più importanti colture della Pianura Padana (soprattutto quella Emiliana, almeno nella prima fase)  a partire da mais e pomodoro, che si dimostrano particolarmente sensibili al fenomeno, che può essere causa dello sviluppo di tossine (nel mais) e di marciume apicale (nel pomodoro). Aladin avrà una durata sperimentale di due anni, mettendo in campo diversi strumenti: hardware con unità sensibili ai gas e alle onde elettromagnetiche per la determinazione del contenuto idrico del sistema suolo-pianta-atmosfera, sistemi di controllo elettronico per la distribuzione di acqua irrigua che, montati su impianti appositamente prodotti, saranno in grado di recepire in tempo reale le indicazioni di “Irriframe”, l’applicazione ideata dal Consorzio Canale Emiliano Romagnolo per indicare all’agricoltore quanto, quando e come irrigare. Ma non solo, l’aiuto arriverà anche dall’alto, grazie a droni a basso costo equipaggiati con sensori a onde elettromagnetiche. Prevenire possibili problemi alle colture significa soprattutto evitare o limitare danni. Un’ operazione vantaggiosa non solo per l’azienda agricola, ma anche per l’industria agroalimentare che trasforma i prodotti grezzi in prodotti altamente graditi al consumatore e che vedono concentrata nella zona oggetto di sperimentazione una parte importante della produzione nazionale. Punto di partenza, il binomio delle nuove tecnologie inserite con il collaudato sistema Irriframe, sulla cui base operativa si inseriranno elementi innovativi che garantiranno una misurazione scientifica dello stress idrico e grazie ai quali sarà più agevole dare indicazioni applicative agli utenti del servizio, la cui grande massa è garanzia del raggiungimento di un tangibile beneficio economico.

Il progetto quindi farà affidamento sull’uso di velivoli e macchine semoventi e teleguidati (Unmanned Aerial and Ground Vehicles per testare i vari tipi di sensoristica). Oltre alle procedure di calibrazione stanziale a terra verrà sviluppata una nuova configurazione di tecnologia convenzionale a onde elettromagnetiche a bordo di aeromobili a pilotaggio remoto, per misure sulle colture di riferimento col contemporaneo campionamento del suolo su specifici profili di suolo per le analisi di laboratorio. Più in generale, il contesto ambientale in cui saranno realizzate queste misure prevede la valutazione dell’influenza di ogni altro possibile fattore di controllo sulla misura dello stress idrico. Verranno per questo individuati e mantenuti dei campi prova, al fine di completare lo sviluppo tecnologico di attrezzature che a fine progetto saranno pronte per la produzione industriale.

Con Aladin i laboratori di ricerca del Consorzio per il Canale Emiliano Romagnolo – che hanno ideato il progetto in partnership con il CIDEA (il Centro Interdipartimentale per l’Energia e l’Ambiente dell’Università degli Studi di Parma – grazie ai fondi POR FESR) – aggiungono un fondamentale tassello al già ricco patrimonio di informazioni e applicazioni sull’irrigazione virtuosa messe al servizio delle imprese agricole del territorio e gettano le basi per un modello replicabile in altre aree del paese con le medesime vocazioni colturali. “Il progetto Aladin – commenta Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue – è la testimonianza dell’attenzione che i Consorzi di bonifica prestano al tema della salubrità alimentare, veicolata anche attraverso l’irrigazione”.