In calo la produzione di luppolo in Italia

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Diminuisce la produzione di luppolo in Italia con un calo del 20% nel 2023 a causa del maltempo che ha tagliato le rese sui circa 100 ettari coltivati in Italia. Questo è quanto emerge dall’analisi della Coldiretti con il Consorzio Birra Italiana in occasione della Giornata nazionale del luppolo italiano. Il luppolo è un componente fondamentale della birra alla quale conferisce sapori e profumi legati proprio ai territori in cui viene coltivata la pianta. Le varietà più diffuse in Italia sono Cascade, Chinook e Comet. Nubifragi, tornado, bombe d’acqua, grandinate con esplosioni di maltempo violento intervallato da ondate di calore africano hanno tagliato le produzioni agricole in un 2023 che si classifica come l’anno nero dell’agricoltura italiana con danni che superano i 6 miliardi di euro. Effetti della tropicalizzazione del clima che hanno colpito le coltivazioni di luppolo nazionale concentrati in particolare in Piemonte, Emilia Romagna, Friuli, Veneto, Lombardia, Umbria e Abruzzo, ma con campi sperimentali anche in Sicilia e Sardegna con l’aumento +64% delle superfici coltivate negli ultimi cinque anni.

Oltre al luppolo, per la produzione di birra serve anche l’orzo con 24mila ettari a livello nazionale, dal quale si ottiene il malto di cui l’Italia produce appena il 40% del proprio fabbisogno, peraltro con la resa in calo del 4% nel 2023 a causa del clima.

Tutte materie prime necessarie per rispondere alle esigenze di una filiera della birra italiana artigianale che – spiegano Coldiretti e il Consorzio – conta su 1.182 microbirrifici e brew pub su tutto il territorio nazionale, che sono praticamente triplicati negli ultimi 10 anni. La piĂą alta concentrazione è in Lombardia (184), Veneto (129), Piemonte (104), Toscana (89), Campania (81) e Lazio (70). Ma ci sono presenze importanti anche in Puglia (66), Sicilia (65), Emilia Romagna (63), Marche (54) e Sardegna (51).

Il cambiamento climatico – evidenziano Coldiretti e il Consorzio – minaccia la produzione di birra in tutta Europa perchĂ© a causa del cambiamento climatico entro il 2050 si prevede un significativo calo della quantitĂ  e della qualitĂ  del luppolo usato per aromatizzare la bevanda, secondo uno studio pubblicato su Nature Communications da un gruppo internazionale di ricerca coordinato dall’Accademia delle Scienze della Repubblica Ceca. I ricercatori hanno calcolato che entro il 2050 la produzione di luppolo calerĂ  tra il 4 e il 18%, mentre il suo contenuto di alfa acidi, la componente aromatica che trasmette il sapore alla birra, si ridurrĂ  del 20-31%.

La filiera della birra artigianale italiana, dal campo alla tavola, offre lavoro a circa 93.000 addetti: da chi coltiva i prodotti agricoli che servono alla bevanda alla produzione delle bottiglie, dalle etichette ai tappi, dalla logistica alla comunicazione, ma non mancano neppure quelli coinvolti nello sviluppo del turismo con il progetto del Consorzio di creare almeno una strada della birra in ogni regione d’Italia per esaltare la scoperta dei territori e delle produzioni locali.

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