Vino italiano più competitivo puntando sul viticoltore

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È il viticoltore, il soggetto su cui puntare per migliorare la competitività del vino italiano, come è emerso nel convegno “IL VINO SI FA CON L’UVA: valorizzare il viticoltore per valorizzare il vino italiano” promosso da Cantine Viticoltori Veneti d’Origine e Vinitaly.
Il Convegno Il vino si fa con l’uva: valorizzare il viticoltore per valorizzare il vino italiano, tenutosi al Vinitaly e promosso da Cantine Viticoltori Veneti d’Origine e Vinitaly e moderato da Lorenzo Biscontin, Direttore Generale della cantina Bosco Viticoltori, ha messo al primo posto il ruolo del viticoltore, per definire le strategie per lo sviluppo del vino italiano. Durante lo svolgimento dei lavori si sono susseguiti numerosi interventi.
A dare i saluti iniziali è stato Claudio Valente, Vice Presidente Vicario Veronafiere, che ha evidenziato l’importanza per il Vinitaly data dal rappresentare anche le piccole e medie aziende e offrire la possibilità di renderle visibili, anche all’estero. Maurizio Gily, Direttore Responsabile di Millevigne, durante il suo intervento, ha ribadito di quanto sia importante rimuovere le cause che hanno portato i viticoltori ad abbandonare i vigneti. Tra gli elementi critici evidenziati, che hanno spinto a questa decisione, se ne trovano principalmente due: l’insufficiente retribuzione delle uve e l’altrettanto insufficiente segmentazione della retribuzione delle fasce qualitative, che non premia, ma anzi penalizza, i viticoltori che si sforzano per produrre uve di qualità.
È stato significativo anche l’intervento di Adriano Orsi, Presidente del Comitato Vitivinicolo Fedagri, che ha dichiarato “Dovremmo tener conto del valore aggiunto della nostra attività di viticoltura per le altre attività. Col vino, attraverso l’enoturismo, si attirano persone in una zona, è un volano per tutti i settori. Cosa sarebbe l’Italia senza i vigneti?”
Lucio Mastroberardino, Presidente dell’Unione Italiana Vini, sottolinea il fatto che, per costruire valore, c’è bisogno di prendere esempio da quanto abbiamo fatto all’estero dove siamo andati a spiegare cos’è il vino italiano e come si differenzia rispetto alle produzioni degli altri Paesi, un passaggio dato per scontato in Italia.
Stefano Graziani, Presidente di Med&A, si è soffermato invece sull’importanza di un coinvolgimento di tutta la filiera nelle problematiche che stanno alla base. Med&A nata all’interno dell’UIV, è un’associazione di intermediari, per questo in grado di sapere come si muove il vino e quali sono le tendenze.
Marco Simonit, Cofondatore della Scuola Italiana di Potatura della Vite, ha fatto addirittura un passo indietro, partendo dalla vite: “La qualità passa innanzitutto attraverso la vigna: rendere efficiente il funzionamento della pianta, collocare la vigna come perno centrale è fondamentale per facilitare il lavoro del viticoltore. La viticoltura italiana era fortemente originale e fortemente legata al territorio, poi è arrivata l’omologazione. Per valorizzare la nostra collocazione identitaria bisogna fare un passo indietro, a quando differenti modi di “domesticare” la vite ci rendevano diversi e rendevano diverso ogni territorio.”
Il viticoltore è strutturalmente l’anello più debole della filiera in termini di potere negoziale , però è insostituibile. È per questo, secondo Biscontin, che si rende necessaria una maggiore partecipazione dei viticoltori alla creazione e distribuzione del valore lungo la filiera.
Tutti questi sono temi particolarmente sentiti da Cantine Viticoltori Veneti d’Origine (Vi.V.O. s.a.c.), la nuova realtà nata dalla fusione tra la Cantina di Campodipietra e la Cantine Viticoltori Veneti d’Origine, che rappresenta oggi, con una base sociale di 2.120 soci, attivi su oltre 3.200 ettari di vigneto per un totale di oltre mezzo milione di quintali di uve prodotte annualmente, una delle principali cooperative vitivinicole italiane. Cantine Viticoltori Veneti d’Origine controlla anche Gruvit srl e Bosco Viticultori srl, presente in Italia ed oltre 20 mercati esteri con le etichette Vini dei Cardinali, Bosco dei Cirmioli e Villa Chiara.