La filiera vitivinicola incontra la sostenibilità

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Produrre in maniera sostenibile anche nella filiera vitivinicola si può. È partito un progetto pilota, voluto dal Ministero, con lo scopo di misurare la sostenibilità della vitivinicoltura in Italia.
È partito quest’anno il progetto pilota La sostenibilità della vitivinicoltura in Italia, voluto e istituzionalizzato dal Ministero dell’Ambiente, della Tutela del territorio e del Mare. Lo scopo che si prefigge è la misura della performance di sostenibilità della filiera vite-vino, a partire dal calcolo delle impronte dell’acqua e del carbonio.
L’istituzionalizzazione da parte del Ministero è sicuramente un punto di forza, per permettere, alla fine del periodo pilota, di divulgare e diffondere i risultati ottenuti e fare in modo che la maggior parte delle aziende italiane, possa ricavarne vantaggi e aderire alle linee guida sostenibili.
Nelle fasi iniziali il progetto cercherà di definire lo status quo della viticoltura italiana dal punto di vista dell’eco-sostenibilità, creando un database capace di definire una fotografia della situazione attuale in questi termini. Nelle fasi immediatamente successive, il progetto intende creare un codice di sostenibilità, per dare la possibilità alle aziende, che avranno deciso di seguirlo, di ricevere una certificazione.
La divulgazione dei risultati, che saranno dei dati in grado di valutare la performance ambientale della gestione del vigneto, permetterà di attirare l’attenzione del consumatore e dei titolari di aziende agricole e cantine, che saranno, così, più invogliati a seguire e ad abbracciare le linee guida sostenibili.
Il settore vitivinicolo rappresenta una delle colonne portanti della produzione e dell’esportazione agroalimentare italiana, sia per valore economico, che per qualità. Le modalità di gestione del vigneto e del territorio circostante sono importanti per la diffusione della viticoltura in tutte le regioni italiane.
Anche nel mondo del vino si può produrre in maniera sostenibile, questo lavoro non solo lo dimostrerà, ma lo farà capire a livello nazionale e internazionale. La sfida è sicuramente ambiziosa e i presupposti per vincerla ci sono tutti: il vino italiano sarà il “prodotto bandiera” dello sviluppo sostenibile a livello internazionale.
Le aziende coinvolte durante tutta la fase del progetto sono: F.lli Gancia & Co, Masi Agricola, Marchesi Antinori, Mastroberardino, Michele Chiarlo, Castello Montevibiano vecchio, Planeta, Tasca d’Almerita e Venica&Venica, le Università e gli enti di ricerca, invece, sono Agroinnova, Centro di Competenza dell’Università di Torino, Centro di Ricerca Opera per l’agricoltura sostenibile dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Centro di Ricerca sulle Biomasse dell’Università degli Studi di Perugina.
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