Valorizzare l’olio d’oliva Made in Italy

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Ben quattro generazioni con un’unica passione: coltivare olive e produrre olio extra vergine di eccellente qualità. Grazie all’impegno della famiglia Pascali nasce l’olio San Basilio. “Ogni generazione ha aggiunto un ramo d’azienda, – ci racconta Federica Pascali – ad esempio, nel 1982 Vito Pascali, ossia la terza generazione, ha realizzato il primo frantoio industriale dell’azienda, uno dei primi nel territorio di Vernole, mentre nel 2010 Antonio Pascali, la quarta generazione, ha realizzato l’impianto di imbottigliamento e creato il marchio San Basilio, con cui attualmente l’olio prodotto è venduto sul mercato”.

Gli uliveti si trovano nei feudi di Vernole, Melendugno, Castrì e hanno un’estensione di circa 200 ettari con circa 13.000 alberi, di cui il 70% secolari e il 30% piante giovani. Tra le cultivar principali ci sono Cellina di Nardò e Ogliarola Salentina, tipiche del territorio Salentino, a cui si aggiungono Leccine, Frantoio, Pescioline, Itrane e Cima di Melfi, non originarie del territorio ma che ben si adattano ai terreni e al clima locale.

“La raccolta avviene tra ottobre e dicembre, quando le olive sono ancora acerbe e inizia la loro maturazione, attraverso l’utilizzo di scuotitori con ombrelli intercettatori, per raccoglierle direttamente dall’albero evitando che tocchino terra, – prosegue Federica – la nostra azienda possiede da sempre il frantoio, sin da quando si adoperavano le vecchie presse e le macine di pietra. Quello di oggi, con cui eseguiamo l’estrazione entro sei ore dalla raccolta, è attrezzato con i più avanzati sistemi di lavorazione e di estrazione centrifuga. La macinatura è a freddo, per mantenere inalterate le proprietà organolettiche delle olive. Una volta estratto, l’olio è stoccato in serbatoi di acciaio inox in assenza di ossigeno, dove avviene una decantazione naturale, per poi essere imbottigliato”. Un’accurata ed attenta attività che ha visto tributarsi importanti riconoscimenti. “L’olio extra vergine San Basilio “Intenso” quest’anno è stato inserito in entrambe le guide che dettano legge per quanto riguarda la segnalazione degli oli italiani di qualità, ossia la guida “Oli d’Italia 2015″ di Gambero Rosso e la “Guida agli extravergini 2015″ di Slow Food, – afferma la giovane imprenditrice – lo scorso anno, sempre il San Basilio “Intenso” ha vinto il 1° premio per “L’Oro del Salento” con 5 gocce d’oro e lode d’eccellenza, il 2° premio per “L’Oro di Puglia” con 5 gocce d’oro e lode d’eccellenza e il 6° premio per “L’Oro d’Italia” con 5 gocce d’oro e lode d’eccellenza. Inoltre, l’Azienda Agricola Antonio Pascali si è classificata tra i primi 12 agricoltori al concorso nazionale “Nuovi Fattori di Successo” per la produzione del Monovarietale Cellina da alberi secolari attraverso l’impiego di collaboratori quasi tutti under 30 e residenti a Vernole, per incentivare il ritorno dei giovani in agricoltura”.

Un meritato successo a cui si affianca un altro meritorio progetto: l’AgriCinema, sorto a seguito della ristrutturazione del vecchio cinema di proprietà della famiglia ed utilizzato come tappa dei tour di visita dell’azienda per la degustazione dei prodotti e la proiezione di un video che racconta attraverso le immagini tutto il processo di lavorazione; iscritto come progetto al concorso “Oscar Green 2015 Expo”, l’AgriCinema si è aggiudicato il primo premio nazionale per la categoria “Campagna Amica”.

Altre progettualità sono, invece, in cantiere. “E’ in previsione l’utilizzo dei pannelli solari per la produzione dell’energia elettrica, – evidenzia Federica – abbiamo partecipato a dei bandi per i fondi europei, in particolare il PSR, nell’immediato futuro vorremmo procedere ad una ristrutturazione quasi totale dei locali dell’azienda, con interventi anche sui macchinari dell’impianto produttivo”. Enunciati i lati positivi dell’attività,  ecco il rovescio della medaglia. “Al momento riscontriamo troppa burocrazia nella gestione dei progetti, anche nel momento in cui si vuole accedere ai bandi per lo sviluppo di progetti europei, troppe lungaggini non ci consentono spesso e volentieri di effettuare dei progetti che siano poi anche efficienti a livello produttivo, lamenta la Pascal -inoltre, nello specifico nel settore olivicolo, i pochi controlli che ci sono sull’importazione di olio straniero e la recente approvazione all’accesso supplementare sul mercato dell’Unione di 35mila tonnellate di olio d’oliva tunisino a dazio zero, per il 2016 e 2017, fa si che il mercato locale sia ulteriormente messo alla prova dalle costati contraffazioni, che impediscono una corretta valorizzazione del prodotto 100% italiano sul mercato. Il suggerimento è quello di valorizzare davvero il made in Italy, anche e soprattutto all’estero, dove i nostri prodotti sono molto apprezzati, attraverso uno snellimento delle procedure e l’istituzione di maggiori controlli alle dogane. Inoltre servirebbe maggiore sostegno alle aziende agricole, sia in termini di riduzione della tassazione che di accesso al credito a condizioni agevolate. Siamo, invece, contenti che si inizi a percorrere la strada verso la riduzione del peso fiscale in agricoltura, con la notizia dell’eliminazione dell’IMU sui terreni agricoli”.

Tirando, quindi , le somme, ottimisti o pessimisti nell’affrontare il futuro? “Vogliamo essere ottimisti, l’agricoltura è un settore che può dare ampie possibilità, soprattutto ai giovani, in un contesto economico in cui è difficilissimo trovare un’occupazione stabile e che permetta di costruire un futuro, – risponde Federica – basti pensare a quanti laureati si ritrovano a lavorare in contesti totalmente diversi rispetto a quelli del percorso di studi effettuato, solo perché hanno necessità di un lavoro e il più delle volte sono costretti ad accontentarsi. Il ritorno di molti giovani in agricoltura, il fatto che molti di loro stiano prendendo coscienza che la nostra terra può ancora dare molto per la crescita del nostro paese, ci fa pensare che forse le prospettive del settore agricolo in futuro possano essere migliori rispetto agli ultimi decenni”.

di Antonio Longo