Massima resa in campo con le attrezzature Maschio Gaspardo

584

La richiesta di concentrare in unica passata quante più operazioni possibili al fine di ridurre i tempi e i costi, ha portato alla progettazione e alla creazione del coltivatore combinato DRACULA HYDRO di Maschio Gaspardo. Grazie alla sua robusta struttura, questa attrezzatura è estremamente polivalente, infatti può essere utilizzata tutto l’anno: partendo dal periodo invernale fino a quello primaverile per interrare il residuo colturale in previsione delle semine primaverili, passando per il periodo estivo per preparare il terreno in funzione dei secondi raccolti ed infine nel periodo autunnale anche in condizioni difficili come terreno secco e ricco di residuo. DRACULA HYDRO si declina in due versioni, una a telaio fisso da 3 a 4 metri e una a telaio pieghevole da 4,3 a 6,3 metri di larghezza di lavoro.

La sua struttura è di tipo trainato con un telaio a trave centrale che ospita i diversi organi di lavoro suddivisi in tre sezioni: la sezione anteriore è rappresentata da due ranghi di dischi da 610 mm montati su molle a “C” capaci di assorbire le sollecitazioni ad elevate velocità; queste vengono poi scaricate con un effetto vibrante che amplifica l’affinamento del terreno e garantisce il taglio del residuo. La sezione centrale è rappresentata da 2 ranghi di ancore (3 nella versione da 6,3 metri) ampiamente spaziate e che consentono di ottenere un’ampia luce libera a terra. Gli organi lavoranti sono rappresentati da puntali da 90 mm ed esplosori laterali da 310 mm che assicurano una profondità di lavoro uniforme su tutto il fronte di lavoro fino a 30 cm. I deflettori dal profilo curvo (montati sopra il puntale) assicurano un ottimale rimescolamento del terreno con il residuo.

Il sistema di sicurezza denominato HYDRO si basa sull’utilizzo di pistoni idraulici al posto delle classiche molle. Tale soluzione garantisce una maggiore efficacia su terreni tenaci poiché l’ancora si mantiene stabile in posizione di lavoro fino ad un massimo di 900 kg di spinta sul puntale. Quando il carico oltrepassa questo valore, il pistone spinge l’olio fuori che va a comprimere l’azoto all’interno di un apposito serbatoio in pressione; una volta oltrepassato l’ostacolo, l’ancora ritorna in posizione normale. L’ancora presenta un doppio sistema di sicurezza rappresentato dal classico bullone di trancio che ha anche la funzione di regolare l’inclinazione e variare l’aggressività della lavorazione. Infine, la sezione finale è rappresentata dall’accoppiata barra livellatrice e rullo posteriore. La barra livellatrice è composta da un rango di dischi da 510 mm disposti sfalsati e montati su silent block ed ha il compito di interrare il residuo e chiudere eventuali solchi rimasti, mentre il rullo posteriore packer anelli da 600 mm affina il terreno in superficie lasciando una maggiore zollosità negli strati sottostanti per un migliore sviluppo radicale. Sia nelle versioni a telaio fisso che pieghevole, la regolazione delle sezioni di lavoro viene effettuata idraulicamente e in alcuni casi anche in maniera sequenziale. La regolazione della profondità di lavoro viene effettuata agendo prima sull’inclinazione del timone e poi sul carrello delle ruote di trasporto. La stessa cosa per la sezione posteriore: prima viene abbassato il rullo packer anelli e poi la barra livellatrice a dischi. Questo processo garantisce una maggiore semplicità e velocità nel trovare l’assetto più stabile e corretto. Il rango di dischi e il rullo sono azionati in maniera sequenziale per via idraulica.