L’agriturismo in stile “USA”

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La Masseria La Chiusa, avviata nel 2009, si propone come modello da emulare per superare vecchi stereotipi.

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Emanuele Savona, classe 1981, un curriculum studiorum invidiabile: diploma di Liceo Classico a Palermo, diploma all’Avon High School, negli Stati Uniti, nel 1998, una laurea in Economia e Commercio conseguita nel 2008. Imprenditore agricolo dal 2003, dal 2009 ricopre il ruolo di manager presso l’agriturismo Masseria La Chiusa nonché quello di Vice Presidente della sezione palermitana dell’Associazione Nazionale Giovani Agricoltori. “L’agriturismo Masseria La Chiusa è un progetto nato nel 2003 e realizzato nel 2009, dai ruderi di un’antica masseria del 1400, sulle fondamenta di una solida azienda agricola in regime biologico dai primi anni ’90” – ci racconta Emanuele –. “L’azienda conta 135 ettari tra ulivi, vigne, susini, coltivazioni ortive invernali ed estive, tutti giovani impianti coltivati con le tecniche moderne, a fianco di una struttura ricettiva che, per numero di coperti e di posti letto, trova collocazione tra le dieci più grandi strutture agrituristiche italiane. L’azienda è di proprietà dei fratelli Letizia, Gabriella e Ivo Ferrara e condotta da me, figlio di Gabriella”. La conduzione dell’azienda è profondamente atipica: un’azienda agricola a carattere prettamente familiare viene affidata ad un manager del settore agricolo. “Io conduco anche la mia azienda agricola che conta 15 ettari tra ulivi e ortive, ma la maggior parte del mio tempo lo dedico proprio all’azienda Masseria La Chiusa” aggiunge Savona.

American style

Il management è dichiaratamente di ispirazione aziendalistica “all’americana”. L’attività è, infatti, suddivisa in settori con gradi di responsabilità e gerarchie autonome che si muovono all’unisono armonizzati dal manager. Ad ogni responsabile vengono impartiti gli ordini di servizio secondo i programmi settimanali e mensili; periodicamente vengono indette riunioni con tutto il personale o solo con i responsabili in base alle tematiche all’ordine del giorno. “Il personale viene costantemente reso partecipe dei programmi dell’azienda e del suo andamento e viene ascoltato sempre su suggerimenti e necessità” – precisa il manager della struttura -. “Sentirsi parte integrante della macchina, e non solo esecutore di ordini, è presupposto fondamentale per un coinvolgimento emotivo che fa la differenza tra ciò che viene fatto e ciò che viene fatto bene. La motivazione del personale e il suo coinvolgimento è parte fondamentale del lavoro del manager. Al manager spetta il compito di fare da cuscino tra la vita dell’azienda e la proprietà”. I proprietari vengono periodicamente aggiornati con piani di gestione, budget di tesoreria e relazioni interne non solo sull’andamento dei conti ma anche sulle attività, sulle idee di investimento, sulla collocazione dell’azienda rispetto al bacino di utenza e sulle reazioni correlate ai cambiamenti dell’economia reale. Nuovi metodi di lavoro che potrebbero salvare molte aziende italiane in cui, dati statistici alla mano, il passaggio generazionale diviene un punto critico e, in alcuni casi, addirittura “mortale”. “Nel mio caso, il salto generazionale è stato non da imprenditore a imprenditore ma da proprietario terriero a manager” precisa Savona.

Voglia di cambiamento

Nella storia recente la riforma agraria e l’urbanizzazione hanno rappresentato dei fenomeni che, in sostanza, tra gli anni ’50 e ’90 del secolo scorso, hanno tenuto lontano una generazione dall’imprenditoria agricola. “La mia generazione è nata nelle grandi città, da cui vuole scappare, subisce lo stress da mancanza di lavoro, soffre l’inciviltà e la prevaricazione che hanno spesso la meglio sul buon gusto e l’onestà, chiede e cerca ciò che è verde o blu, il biologico, l’artigianale, l’eco-compatibile, l’eco-sostenibile, la natura” – osserva Savona -. “Invogliati da una politica comunitaria favorevole, io e molti miei colleghi abbiamo deciso di provarci, innovare noi stessi e portare avanti la bislacca idea di fare dell’agricoltura non solo l’economia del passato ma anche quella del futuro. Siamo noi i primi esemplari di classe dirigente del settore agricolo. I contributi comunitari sono una goccia nell’oceano ma sono probabilmente la scintilla da cui parte il fuoco”. Contributi che hanno sostenuto anche il progetto imprenditoriale di Emanuele: “Quando ho aperto la partita Iva nel 2003 ho usufruito  dei contributi per l’insediamento giovanile, poi per il biologico, poi l’aiuto per l’acquisto dei macchinari. La realizzazione dell’agriturismo è stata incentivata dai fondi Por, come anche i giovani impianti dell’azienda agricola, e altri progetti futuri già in cantiere riceveranno sovvenzioni”.

Articolo di Antonio Longo