L’agricoltura più green d’Europa

1231

Colori naturali 

L’agricoltura italiana è diventata la piu’ green d’Europa con il maggior numero di certificazioni alimentari a livello comunitario per prodotti a denominazione di origine Dop/Igp che salvaguardano tradizione e biodiversità, a leadership nel numero di imprese che coltivano biologico, la piu’ vasta rete di aziende agricole e mercati di vendita a chilometri zero che non devono percorrere lunghe distanza con mezzi di trasporto inquinanti, ma anche la minor incidenza di prodotti agroalimentari con residui chimici fuori norma e la decisione di non coltivare organismi geneticamente modificati come avviene in 23 Paesi sui 28 dell’Unione Europea. E’ quanto è emerso all’incontro “L’agricoltura che sconfigge la crisi, la sfida della multifunzionalità” organizzato ad Expo da Coldiretti e Univerde a quattordici anni dall’approvazione della legge di orientamento (la numero 228 del 18 maggio 2001) che ha rivoluzionato l’attività agricola. L’Italia è l’unico  Paese – sottolinea la Coldiretti – che puo’ vantare 271 prodotti a denominazione di origine (Dop/Igp) superiori a quelle registrate dalla Francia, su ben 43.852 imprese biologiche pari al 17% di quelle europee, davanti alla Spagna ma è anche al vertice della sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari (0,2%), quota inferiore di quasi 10 volte rispetto alla media europea (1,9%) e di oltre 30 volte quella dei prodotti extracomunitari (6,3%).

La rete di vendita diretta degli agricoltori di Campagna Amica ha quasi diecimila riferimenti dove acquistare lungo tutta la Penisola prodotti alimentari a chilometri zero con una azione di sostegno alle realtà territoriali ed un impegno contro inquinamento ambientale per i trasporti che non ha eguali negli altri Paesi dell’Unione e nel mondo.  Un percorso reso possibile – sottolinea la Coldiretti – dal grande sforzo di rinnovamento dell’agricoltura italiana dove una impresa su tre è nata negli ultimi dieci anni con una decisa tendenza alla multifunzionalità, dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo ma anche le attività ricreative come la cura dell’orto e i corsi di cucina in campagna, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili. Opportunità rese possibili dalla legge di orientamento che ha allargato i confini dell’attività agricola e rivoluzionato le campagne italiane aprendo nuove opportunità occupazionali nell’agribenessere, nella tutela ambientale, nel risparmio energetico, nel recupero degli scarti, nelle attività sociali, dagli agriasilo fino alla pet-therapy.

Un cambiamento che – sottolinea la Coldiretti – è stato recentemente riconosciuto anche dall’Istat che ha proceduto ad una rivalutazione del valore aggiunto del settore agricolo pari al 7,5% (con un impatto positivo sul Pil di 0,1 punti percentuali) per considerare le “nuove attività emergenti come la produzione di energie rinnovabili (essenzialmente fotovoltaico e biomasse), le fattorie didattiche, le attività ricreative, l’artigianato in azienda, l’agricoltura sociale, le vendite dirette, la produzione di mangimi, la sistemazione di parchi e giardini, la manutenzione del territorio e del paesaggio”. A cogliere queste opportunità sono soprattutto i giovani come dimostra il fatto che nell’ultimo trimestre del 2014 si è verificato un aumento congiunturale dell’ 1,5 per cento delle imprese agricole condotte da 35 anni che sono salite a 49871, il 70 per cento delle quali svolge attività multifunzionali secondo l’indagine della Coldiretti. “Il successo dell’agricoltura italiana  sta nella sostenibilità, nella straordinaria qualita` con caratteri distintivi unici, una varieta` e un’articolazione sul territorio che non hanno uguali al mondo” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo” nel sottolineare che  “l’Expo è una enorme occasione per ripensare a fondo il sistema di produzione e di distribuzione del cibo per perseguire a livello globale un modello di sviluppo sostenibile attento all’ambiente che garantisca un sistema di tutela sociale ed economica in grado di assicurare un futuro all’agricoltura e un cibo sicuro e accessibile a tutti, in Italia e nei Paesi piu’ poveri”.