Dieci “super” vitigni resistenti alle malattie

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C’è molta attesa per sapere tutto sulle “magnifiche dieci”. Dopo un lavoro di ricerca durato quindici anni, infatti, lunedì verranno presentate a Udine dieci nuove varietà di uva, cinque a bacca bianca e cinque a bacca nera, frutto dei primi vitigni italiani “resistenti alle malattie”,  selezionati tramite un grande progetto in sinergia tra pubblico e privato  coordinato dall’Università di Udine e dall’istituto di Genomica applicata della città friulana. Si chiamano Fleurtai, Soreli, Sauvignon Kretos, Sauvignon Nepis, Sauvignon Rytos, Cabernet Eidos, Cabernet Volos, Merlot Khorus, Merlot Kanthus, Julius. Le loro caratteristiche principali saranno illustrate nel corso del convegno “Resistere per competere: presentazione delle nuove varietà di vite”, durante il quale verrà ripercorsa la storia di questo progetto di successo, il contributo della genetica alla loro selezione, le principali caratteristiche di resistenza e le potenzialità economiche per il loro lancio sul mercato.

«Il progetto congiunto dell’Università di Udine e dell’IGA per la costituzione di viti resistenti alle malattie attraverso processi naturali di incrocio e selezione – sottolinea il rettore De Toni – ha ottenuto uno straordinario risultato sia grazie alla capacità dei ricercatori dell’ateneo friulano di coniugare ricerca di eccellenza ed esigenze del territorio, sia grazie alla fondamentale sinergia tra pubblico e privato». Una sinergia, quella tra pubblico e privato, testimoniata dalla presenza nel progetto delle istituzioni, come il Ministero delle politiche agricole e della Regione FVG, dei Vivai cooperativi Rauscedo, di Eurotech e di alcuni dei più noti nomi della viticoltura friulana: Livio Felluga, Marco Felluga, Venica & Venica, Pierluigi Zamò e il Consorzio del Collio.

«E’ un progetto di successo che ci rende orgogliosi – aggiungono Enrico Peterlunger, Raffaele Testolin e Michele Morgante, i ricercatori dell’ateneo friulano che hanno avviato il lavoro – frutto di una ricerca d’eccellenza e del sostegno convinto delle amministrazioni pubbliche e delle aziende della filiera vitivinicola, ma anche della determinazione tutta friulana nel voler portare a termine, nei tempi previsti, il programma di selezione». Durante i lunghi anni di lavoro in vigna e in laboratorio, iniziati nel 1998, sono stati effettuati centinaia di incroci con decine di migliaia di piante valutate e oltre cinquecento prove di microvinificazione presso l’Unione Italiana Vini di Verona. Lo scopo principale del progetto è quello di trovare soluzioni per ridurre l’uso di pesticidi in viticoltura, che sotto questo aspetto rimane uno dei settori agricoli più impattanti in Europa. Un dato su tutti: pur occupando soltanto il 3,3% della superficie agricola, utilizza ben il 65% di tutti i funghicidi impiegati in agricoltura. Gli incroci sono stati eseguiti presso l’Azienda agraria universitaria “Antonio Servadei” di Udine, dove a oggi si sono valutati oltre 24 mila piante.

I vitigni selezionati sono stati valutati dall’Università di Udine, in collaborazione con i Vivai Cooperativi di Rauscedo, in impianti sperimentali a Fossalon di Grado (Go), in Toscana, nella zona del Chianti, e sul Collio sloveno. Nel 2015 c’è stata la copertura con brevetto Europeo e internazionale delle nuove selezioni e l’inserimento delle nuove varietà nel registro nazionale italiano presso il Ministero delle Politiche agricole. L’Università di Udine, inoltre, ha preparato la cessione dei diritti di moltiplicazione. L’interesse dei produttori potrà essere enorme, non soltanto in Friuli Venezia Giulia, ma in tutta Italia, in Europa e negli altri Paesi a vocazione vitivinicola nel mondo. In viticoltura, infatti, i costi di produzione sono elevati a causa del numero elevato di interventi per la difesa dei vigneti, e la disponibilità di varietà che non richiedono trattamenti è considerata come molto attraente.

Articolo di Emiliano Raccagni