Come rilanciare la suinicoltura?

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L’Opinione di

Andrea Cristini, presidente Anas

Nel primo semestre 2014 nelle stalle italiane il numero dei capi resterà inchiodato agli stessi livelli del 2013: tre milioni e 200 mila fra gennaio e marzo e due milioni e 800 mila fra aprile e maggio. Una paralisi delle produzioni che si aggiunge al calo del 2,4% già vissuto quest’anno, con il sistema sceso sotto la soglia dei 12 milioni di suini, di cui circa la metà allevata in Lombardia.

La ripresa noi non la vediamo, le aspettative sono negative. Il mercato è stagnante e i costi sono in crescita tanto che spendiamo 1,65 euro al chilo e ne incassiamo 1,48: una perdita insostenibile che non ci permette di far ripartire le produzioni.

Fra i principali concorrenti europei, solo Spagna e Polonia fanno peggio dell’Italia con un calo del 3,8% e del 14,8% rispetto al 2013 e un altro taglio fra il 2 e il 3% nei primi sei mesi del 2014. Invece Germania, Danimarca e Olanda, nel 2013 hanno tenuto le posizioni e nel primo trimestre 2014 contano di crescere rispettivamente dello 0,6%, del 7,8% e del 3,3% con un ulteriore aumento di qualche punto percentuale fra aprile e giugno.

Paghiamo il frazionamento del nostro sistema produttivo e la mancanza di realtà aggregate che oltre all’allevamento curino anche macellazione e distribuzione, come avviene in Germania nel 2014 bisogna ragionare su un patto fra allevatori e consorzi dei prosciutti Dop e rivedere l’intero sistema di macellazione e vendita.