Sorsi di buon vino sulle pendici dell’Etna

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giovanni valenti

I vini dell’Etna hanno un appeal sempre maggiore per gli amanti del buon bere. Il mercato, soprattutto negli ultimi anni, sta premiando gli sforzi profusi dai tanti produttori, siciliani ma non solo, che hanno scelto il particolare territorio del vulcano per dar vita a prodotti di altissima qualità. A Castiglione di Sicilia, delizioso centro abbarbicato sulle pendici dell’Etna, opera Cantine Valenti, società agricola che si distingue per l’eccellenza della sua produzione. E pensare che tutto è nato quasi per caso nel 2004, come ci racconta il titolare Giovanni Valenti: “E’ vero che agli inizi degli anni ‘80, trovandomi a Linguaglossa con una troupe televisiva, per riprendere la “Festa dell’Etna”, al tempo manifestazione di grande richiamo, e trasformarla in un “carosello” pubblicitario per la Grappa Julia, il sindaco Leonardi, da poco scomparso, e lo splendido Pippo Barone, ex proprietario del ristorante il Gatto Blu, ci improvvisarono una grigliata di salsicce accompagnate da un vino rosso. Il vino dell’Etna fu la mia grande sorpresa, era troppo buono. Mi quietai promettendomi che un giorno avrei voluto poter fare un vino così buono. La mia professione è quella di Dottore Commercialista, mentre il mio Socio e figlio è un top manager nel mondo della moda e del lusso mentre Francesca, mia moglie, è la nostra musa, ed ho sempre operato nel marketing e nella GDO”.

Le competenze possedute e le esperienze maturate in altri ambiti portano ad un veloce sviluppo della nuova azienda, con acquisizione ed impianti di vigneti di eccezionale valenza, fra tutte “Guardiola- Santo Spirito” e la ristrutturazione di una vecchia distilleria della fine dell’Ottocento diroccata, dove è stata realizzata la cantina. “La produzione cresce in maniera esponenziale così come la distribuzione dei vini che oggi sono presenti in tutti i continenti, – prosegue Valenti – l’azienda possiede oltre 25 ettari suddivisi fra vigneti, circa 16, ed oliveti ed è programmata per un ulteriore step di espansione. La caratteristica che ci contraddistingue è l’assoluta fedeltà ai vini autoctoni e pertanto abbiamo impiantato solo Nerello Mascalese e Carricante, privilegiando la produzione monovitigno. Oggi produciamo sette etichette di vino ed un’altra è in incubazione, ma non sarà pronta prima dei prossimi cinque anni”.

Un’azienda in piena espansione con tanti progetti in cantiere. “Abbiamo in programma, come priorità, l’ampliamento della cantina, oggi di oltre 1.200 mq calpestabili, di oltre 800 mq. ed in questo caso le coperture saranno fatte con pannelli di fotovoltaico, – spiega Giovanni – gli unici contributi pubblici utilizzati sono relativi a nuovi impianti di vigna, mentre, ad oggi, non abbiamo mai richiesto contributi di altro genere”.

Una produzione di eccellenza in un mercato in cui di certo non mancano le criticità. “Le difficoltà derivano per lo più dalla eccessiva burocrazia e dalla difficoltà di stare dietro alla “delirante” legislazione, – riflette Valenti – l’assurdo è avere grandi disponibilità di contributi comunitari e non riuscire a fare i bandi e spendere le somme previste per migliorare la viabilità che consentirebbe l’importante sviluppo dell’Agriturismo che per le aziende agricole è oro allo stato puro.  L’Italia vanta più DOP di qualsiasi paese al mondo, perché se la lingua più parlata al mondo è l’Inglese, il mondo mangia e si veste in italiano. L’agricoltura ha bisogno di procedure chiare e di immediata percezione e le istituzioni devono imparare a ragionare come consulenti ed assistenti delle aziende e non come fustigatori delle stesse, se queste vivono nella pura legalità. In riferimento allo specifico settore vitivinicolo, ritengo che il cambio della gestione dei diritti, prima affidati alla legge del libero mercato, potrà creare squilibri nella crescita potenziale delle varie aziende. In linea generale, mi sembra chiaro che dipendiamo quasi esclusivamente dall’agricoltura ed una economia ricca scarta i beni inferiori e ricerca sempre più i prodotti salutari, la qualità personalizzata, quindi prodotti di nicchia e non di massa, e nasce pertanto l’esigenza di una agricoltura sempre più specializzata che può offrire maggiori soddisfazioni economiche e che avvicina sempre più professionisti preparati. L’agricoltura è l’unico comparto che cresce come forza lavoro e lo farà sempre di più. Se i nostri prodotti venissero seriamente protetti dalle contraffazioni,  l’attività primaria potrebbe davvero diventare prioritaria”.

di Antonio Longo