Che il vino si conservasse meglio in cantina piuttosto che in appartamento già si sapeva. Ma ora dalla Fondazione Edmund Mach arriva un’importante conferma scientifica che spiega perché e quanto l’età chimica cambia nei diversi ambienti facendo scoprire inaspettate reazioni e nuovi composti. Stando alla ricerca, intitolata L’influenza della conservazione sull’età chimica dei vini rossi e pubblicata in questi giorni sulla rivista Metabolomics, nella tipica conservazione domestica l’età chimica del vino accelera di ben quattro volte: molte decine di composti cambiano concentrazione partecipando a reazioni indotte dalla temperatura. In particolare la conservazione domestica induce la formazione di composti, mai osservati prima, che nascono dall’unione tra i tannini e l’anidride solforosa, e una classe di pigmenti del vino, denominata pinotine, che fa evolvere il colore del vino verso toni più aranciati. Aumentandone, appunto, l’età chimica.