Zephyr, la “nursery” delle piante

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Produrre migliaia di piantine per uso forestale, agricolo e ornamentale, in uno spazio ridotto, grazie all’uso di un concentrato di tecnologia. È la mission di Zephyr, una camera di crescita completamente automatizzata in grado di ospitare e far crescere fino a dodicimila unità all’interno di un container standard della dimensione di 6 x 2,5 metri. Il prototipo è stato realizzato, nell’ambito del progetto europeo Zephyr Zero Impact Innovative Technology in Forest Plant Production da un consorzio di quattordici partner internazionali  (4 Università e 10 privati), che comprende tra gli altri gli Atenei dell’Insubria di Varese e della Tuscia di Viterbo. La camera di crescita presenta al suo interno un sistema di ripiani rotanti, sui quali sono posizionati vassoi contenenti semenzali pronti alla germinazione. Questa soluzione consente una notevole riduzione di spazio, favorisce la formazione di condizioni ottimali di germinazione e sviluppo delle plantule, e consente la produzione di migliaia di piantine in poche settimane, accorciando notevolmente i tempi del ciclo di crescita che, a seconda delle essenze, può variare da uno a tre mesi.

La coltivazione di piantine indoor – ha spiegato Bartolomeo Schirone, professore del Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali dell’Università della Tuscia –è già  una pratica consolidata per l’alimentazione. La novità è applicarla al settore forestale. La camera in cui crescono le piantine è perfettamente autonoma, trasportabile e sostenibile dal punto di vista energetico. Siamo in grado di usare acqua e concime in quantità ridotte, evitiamo i pesticidi e grazie a un sistema di lampade led risparmiamo energia elettrica. Con questa camera di crescita si riesce ad ottenere il 70% di riduzione dei costi di produzione di una pianta rispetto ai metodi tradizionali”.

In questo ambiente “chiuso”, si sperimentano una serie di innovazioni. Apposite lampade Led a basso consumo assicurano l’adeguata illuminazione alle piante. L’alimentazione energetica complessiva di Zephyr è fornita tramite un sistema di pannelli fotovoltaici. Parametri ambientali come luce, umidità, temperatura, sono costantemente monitorati da un sistema automatizzato di controllo e, inoltre, una serie di sensori wireless vengono utilizzati per trasmettere altri dati essenziali, quali il contenuto idrico del suolo, i valori del pH e della concentrazione totale di ioni. Una camera fotografica stereoscopica montata su un braccio robotico controlla la crescita delle plantule misurando l’area fogliare e l’altezza del fusto.

L’utilizzo di prodotti chimici, concimi e diserbanti, utili per assicurare il controllo della nutrizione e della salute delle piante è ridotto notevolmente e il ciclo di irrigazione chiuso permette di recuperare e riutilizzare l’acqua. Tutte queste soluzioni, quindi, permettono di ridurre notevolmente i costi di produzione, fornendo in tempi notevolmente più compressi piantine pronte per essere trapiantate in vaso, in campo, o per operazioni di forestazione o ri-forestazione.

Dopo tanto lavoro nei laboratori di mezza Europa, il prototipo di Zephyr è stato mostrato in questi giorni, in occasione di alcuni appuntamenti pubblici: prima a Expo, poi presso la sede di Regione Lombardia e al Biodiversity Park di Bologna.

Articolo di Emiliano Raccagni

Fonte immagine: Università dell’Insubria.