Prove di disgelo con gli Stati Uniti

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Grandi manovre a Bruxelles, dove in questi giorni Stati Uniti e Unione Europea si stanno confrontando sui “Ttip”, sigla che sottende ai trattati di libero scambio tra i due colossi divisi dall’Atlantico. Particolare non da poco, la presenza negli uffici dell’Unione del sottosegretario all’Agricoltura del governo Obama, Tom Vilsack, che ha tenuto una serie di incontri con le istituzioni comunitarie. Un passo importante, innanzitutto perché, va sottolineato, erano 17 anni che i vertici dell’agricoltura statunitense non si recavano direttamente a Bruxelles per trattare e, aspetto certamente più importante, si apre un spiraglio in tema di accordi per la tutela delle eccellenze agroalimentari del vecchio continente. Quei prodotti Dop e Igp che soffrono tremendamente le condizioni di accesso sui mercati americani e, soprattutto, le contraffazioni che tolgono ossigeno all’export dell’agricoltura europea, con in testa proprio quella italiana.

Partita difficile. Per il commissario europeo Dacian Ciolos, così come per il presidente della commissione agricoltura  uscente del Parlamento Paolo De Castro si intravedono segnali positivi. “Con Vilsack – ha spiegato De Castro – abbiamo cercato un terreno comune per vedere in che misura possiamo contribuire, come Parlamento europeo e come Congresso americano, a venire incontro a quelli che sono i problemi legati al negoziato per un accordo di partenariato commerciale. Un problema non facile in quanto abbiamo una serie di ‘linee rosse’ su cui il Parlamento non accetterà mai di indietreggiare: dal riconoscimento delle indicazioni geografiche agli standard di qualità, dagli Ogm alla clonazione, al benessere degli animali“. Temi che,- ha ammesso lo stesso Vilsack – “non sarà facile neppure per me far digerire al Congresso Usa“. Per De Castro, però, ciò non toglie che sia venuto il momento di superare le rispettive differenze e trovare una visione comune a beneficio degli agricoltori e consumatori. Insomma – ha concluso – “Siamo aperti ai negoziati, ma per garantire un buon risultato il Parlamento, che dovrà dare il suo placet finale, deve essere coinvolto in questo processo.

Problema contraffazione. I negoziati bilaterali si preannunciano complessi e difficilmente saranno portati a termine prima del 2015, anche perché inseriti in un contesto bene complesso e legato in generale al commercio in tutti i settori produttivi. L’intero mondo agricolo, però, sottolinea da tempo la necessità di un fenomeno che vede il Made in Italy  perdere ogni anno 60 miliardi di euro. Una cifra che, da sola, rappresenta il doppio rispetto alle esportazioni di prodotti made in Italy in giro per il mondo, che nel 2013 ha toccato quota 33,4 miliardi. Un modello applicabile potrebbe essere quello rappresentato dai recenti accordi raggiunti con Cina e Canada. Il primo ha per la prima volta permesso un “mutuo riconoscimento” della denominazione di dieci prodotti, fra cui il Grana Padano, mentre con il Canada, pur con qualche perplessità sulla reale efficacia dei patti, è stato raggiunta un’intesa di massima sull’identità dei marchi. Il problema, secondo molti analisti insormontabile, è il muro eretto dagli Usa sulle proprie norme, in nome di un liberismo senza se e senza ma che inoltre non nasconde perplessità sui divieti europei  all’importazione degli Ogm e a tutti gli altri vincoli che andrebbero rivisti onde facilitare l’ingresso di prodotti statunitensi sui mercati europei.

Bisogna parlarsi. La nostra intenzione in futuro – ha detto il commissario Ciolos – è avviare un processo di spiegazione, di discussione, prima di entrare nel vivo dei negoziati. Considero la visita del Segretario Vilsack molto utile nel processo dei negoziati su Ttip. Entrambi i ‘blocchi’ hanno intenzione di intensificare la cooperazione, sia a livello bilaterale, sia multilaterale, come il G20.  Ho detto al rappresentante del governo Usa cha la forza dell’Europa risiede nel valore aggiunto delle sue esportazioni agricole, dove siamo competitivi e in espansione. Per andare oltre, abbiamo bisogno di un migliore accesso al mercato, ma anche che gli Stati Uniti lavorino con noi sulla protezione delle indicazioni geografiche che sono un punto chiave per l’Ue nel negoziato”.