Priorità di azione per la conservazione dei suoli

1516

 19018

A conclusione dell’anno dedicato dall’ONU al „silenzioso alleato dell’umanità“ – il suolo – la FAO ha pubblicato “Lo Stato delle Risorse dei Suoli nel Mondo“, un lavoro che riunisce i contributi di circa 200 esperti in materia provenienti da 60 paesi. I suoli sono essenziali per produrre colture ricche di nutrienti, filtrano e puliscono decine di migliaia di chilometri cubi di acqua ogni anno. Fungendo da grandi serbatoi di carbonio, i suoli aiutano a regolare le emissioni di anidride carbonica e altri gas serra e sono quindi fondamentali per regolare il clima. Eppure i dati che arrivano da più parti e  raccolti anche in quest’ultimo rapporto non lasciano dubbio: i suoli stanno male.

Tra le problematiche principali riconosciute nel rapporto si enumerano:

  • l’erosione, che porta via tra i 25 e i 40 milioni di tonnellate ogni anno, riducendo significativamente i rendimenti delle coltivazioni e la capacità del suolo di immagazzinare e riciclare carbonio, nutrienti ed acqua. Le perdite nella produzione cerealicola annua dovute all’erosione sono stimate attorno ai 7,6 milioni di tonnellate;
  • la mancanza di nutrienti nel terreno, principale ostacolo ad un miglioramento della produzione alimentare e delle funzioni del suolo. In troppi paesi si estraggono dal suolo ogni anno più nutrienti di quelli che vengono restituiti attraverso l’uso di fertilizzanti, residui agricoli, concime ed altro materiale organico;
  • l’accumulo di sali nel suolo, che riduce i raccolti agricoli e può arrivare a bloccare completamente la produzione. La salinità indotta dall’uomo colpisce circa 760.000 chilometri quadrati di terra in tutto il mondo – un’area più ampia di tutta la terra arabile del Brasile;
  • l’acidità del suolo, che costituisce un serio limite alla produzione agricola in tutto il mondo. Gli strati superficiali più acidi nel mondo si trovano in quelle aree che hanno subito deforestazioni ed agricoltura intensiva.

Crescita demografica, urbanizzazione e cambiamento climatico contribuiscono ad accentuare queste problematiche.

Situazione grave,  ma reversibile

Per quanto i dati siano allarmanti, il rapporto afferma che il processo di degradazione dei suoli è ancora reversibile e suggerisce quattro priorità di azione:

  • ridurre il continuo degrado dei suoli e ripristinare la produttività di quei terreni già degradati in regioni dove le persone sono più vulnerabili;
  • stabilizzare gli stock mondiali di materiale organico dei suoli, tra cui anche il carbonio organico ed altri organismi presenti nel terreno;
  • stabilizzare o ridurre l’uso globale di fertilizzanti al nitrogeno e al fosforo, aumentando l’uso di fertilizzanti in regioni con carenze di nutrienti;
  • migliorare la nostra conoscenza sullo stato e i trend delle condizioni del suolo.

Tali azioni devono essere supportate da politiche mirate, tra le quali:

  • promuovere lo sviluppo di sistemi di informazione sui suoli per monitorare e prevedere i loro cambiamenti;
  • aumentare la conoscenza e la consapevolezza sulle tematiche relative al suolo, integrandole nell’istruzione formale e nella formazione – dalla geologia alla geografia, dalla biologia all’economia.
  • investire in ricerca, sviluppo e divulgazione per diffondere tecnologie e pratiche di gestione sostenibili del suolo.
  • introdurre normative ed incentivi appropriati ed efficaci. Questo potrebbe includere delle tasse che scoraggino pratiche nocive come l’uso eccessivo di fertilizzanti, erbicidi o pesticidi.
  • promuovere il raggiungimento della sicurezza alimentare locale, regionale ed internazionale tenendo in considerazione le risorse del suolo dei singoli paesi e le loro capacita di gestirle in maniera sostenibile.

Il suddetto rapporto è disponibile QUI

Articolo di Maria Luisa Doldi