Mele italiane, continua il trend positivo

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Buon periodo per il mercato delle mele, che lo scorso mese di gennaio si è dimostrato particolarmente dinamico, con buone vendite, secondo quanto emerso dall’incontro organizzato dal comitato marketing di Assomela,  l’associazione dei produttori di mele italiani che rappresenta attraverso i suoi membri circa l’80% della produzione nazionale e il 20% di quella europea.

Secondo l’analisi dei dati, le giacenze totali in Italia di mele da tavola all’inizio di febbraio ammontavano a 1.020.570 tonnellate, l’8% in meno della media delle cinque stagioni precedenti (ad esclusione dell’eccezionalità del 2018). Buone performance registrate da tutte le varietà, con la Golden Delicius in particolare, che segna una giacenza tra le più basse mai registrate, attestatasi a 415.009 tonnellate. Bene anche la Gala, che segnala stock inferiori a quelli del 2020, seppure reduce da un anno con produzione record, arrivata a sfiorare le 340.000 tonnellate per tutte le varietà club.

Le vendite del mese di gennaio, giudicate molto buone sia nel mercato nazionale che per l’export su tutte le varietà prodotte, hanno sfiorato le 190.000 tonnellate, con un trend positivo che conferma come ci siano tutte le condizioni per rispettare i piani di decumulo.

Per quanto riguarda il prodotto biologico, il gruppo appositamente costituito all’inizio della stagione, allargato anche a soggetti al di fuori della compagine sociale di Assomela, ha confermato la regolarità delle vendite, con disponibilità di prodotto assicurata fino all’estate. I partecipanti all’incontro hanno espresso la necessità di comunicare e promuovere al meglio il prodotto biologico per riequilibrare la crescita della produzione con la crescita del consumo che al momento non procedono con la medesima velocità. A tal proposito sarà necessario analizzare al meglio i dati a disposizione, favorire lo scambio di informazioni in modo tale che, al momento della fissazione di obiettivi, ad esempio a livello comunitario, si abbiano a disposizione tutti gli elementi per valutare l’evoluzione e continuare ad assicurare il migliore equilibrio e la giusta rimuneratività al produttore.

Chiudendo con una finestra sulle politiche comunitarie, è stata confermata la percezione di un indirizzo nettamente prevalente verso gli obiettivi ambientali della sostenibilità e, di conseguenza, l’importanza di richiamare tutti gli attori a valutare meglio le implicazioni economiche per le aziende agricole, così come sociali ed occupazionali per i territori di produzione.

Emiliano Raccagni