Droni e agricoltura, binomio sempre più vincente

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L’irrigazione di precisione e più in generale tutte le più moderne tecniche per portare acqua ai campi sono considerate una delle chiavi per garantire l’accesso al cibo, risparmiando la preziosa materia prima e meglio dosandola, anche grazie a un aiuto…dall’alto. Se ne è parlato nei giorni scorsi durante un convegno sulla fertirrigazione  organizzato a Piacenza dal Crpv (Centro ricerche produzioni vegetali) di Cesena e Faenza assieme a Terrepadane, il grande consorzio agrario operante nel comprensorio di sei province emiliane e lombarde. Proprio il nord Italia, dove si realizza il 48% della produzione agricola nazionale, è al centro di diversi progetti e sperimentazioni, alcuni dei quali illustrati da Massimo Vincini dell’Università Cattolica di Piacenza, il cui Centro di ricerca analisi geospaziale e telerilevamento, all’interno della facoltà di Scienza Agrarie, è impegnato nella promozione dell’uso di nuove tecnologie per la gestione e la pianificazione del territorio rurale e lo sviluppo sostenibile. Il cuore del centro è l’analisi geospaziale degli agrosistemi e dei processi che interessano suolo, acqua e vegetazione. Attraverso l’uso di satelliti, aerei e droni, vengono raccolte immagini dei terreni, anche in profondità, con lo scopo di realizzare mappe contenenti informazioni su una determinata area e relative, ad esempio, al fabbisogno di azoto (anche attraverso la determinazione della quantità di clorofilla) o acqua dell’appezzamento. E proprio la fertirrigazione del mais mediante il telerilevamento è al centro di un progetto selezionato per Expo 2015.

DATI INCORAGGIANTI

Dal convegno sono emersi numeri che non possono che spingere verso questa direzione. Ad esempio, studiando l’irrigazione di precisione del pomodoro e del mais, è emerso che le rese nei terreni in cui sono applicate nuove tecniche aumentano rispettivamente del 12 e del 7%. “L’irrigazione e il telerilevamento – spiega Vincini – sono strumenti per l’agricoltura di precisione, ottimizzano i flussi di azoto e di acqua. Ci sono diversi strumenti innovativi e noi studiamo che cosa possono fare per la mappatura dei suoli. Con il telerilevamento si ottiene la mappatura dettagliata dei singoli appezzamenti e si può prevedere di che cosa hanno bisogno e in quali punti. Ci sono prove che la produzione aumenta del 20%, utilizzando la stessa quantità di acqua. Il risparmio c’è, ma l’applicazione è ancora abbastanza scarsa. Ci sono, però, segnali positivi e la strada è obbligata. Il discorso sull’azoto, ad esempio è più avanti rispetto all’acqua, ma  c’è chi ha ancora difficoltà ad usare gli strumenti informatici”.

Non è però solo quella dell’irrigazione la mission sulla quale si stanno sviluppando le potenzialità dei droni. L’agricoltura di precisione comincia a fare i primi passi e, secondo gli esperti, è destinata ad avere una crescita sempre maggiore nei prossimi anni, in diverse applicazioni, come per i  i trattori collegati con i satelliti Gps: insieme ai ‘droni contadini’ possono elaborare i dati che permettono di decidere la rotazione delle colture in modo da ottenere la maggiore produttività possibile. Un’impresa alla quale si prepara a contribuire anche la scienza della misura, la metrologia. Combinando i dati diventa possibile, per esempio, sapere quali campi hanno un maggiore bisogno di diserbanti, o dove è necessario concimare.

O, più in generale  per raccogliere dati e misure utili per organizzare il lavoro delle macchine agricole, controllare la maturazione della frutta e il bisogno di acqua di ogni pianta. Se nelle risaie cinesi i droni contadini hanno superato in numero i trattori già nel 2013, le prime sperimentazioni condotte in Italia sono promettenti. Fra i prototipi ci sono ‘Helicampro’, un drone spinto da un motore a scoppio in grado di distribuire con altissima precisione fertilizzanti o pesticidi, e le squadre di ‘Achidron’, che permettono di coprire fino a 13 ettari in una sola ora.

Articolo di Emiliano Raccagni