Più attenzione all’ agricoltura del Sud Europa

1485

19070

L’agricoltura dei Paesi del Sud Europa reclama spazio nell’agenda dell’Unione europea, che non sempre si è dimostrata attenta a questo settore del Continente, rispetto ad altri, quando si è trattato di assumere decisioni molto impattanti in termini economici e occupazionali. Serve un passo in avanti per consentire alle imprese di produrre di piu’ ed in modo piu’ sostenibile, aumentando la competitivita’ dei nostri agricoltori e cooperative. Lo sostiene Agrinsieme, il coordinamento tra Cia, Confagricoltura e l’Alleanza delle Cooperative Italiane, Settore Agroalimentare, che recentemente ha avanzato una serie di proposte in occasione del primo meeeting dei Paesi del sud Europa che si e’ tenuto a Roma.

A tre anni dall’avvio operativo della riforma Pac, l’impianto complessivo delle misure europee, secondo Agrinsieme, “si sta dimostrando poco adeguato a rispondere alle profonde trasformazioni del mercato globale, non riuscendo a difendere i redditi dei produttori agricoli”. Di fronte a questa situazione e alle tante fragilita’ emerse, la Pac (Politica agricola comune) sta mostrando scarsa capacita’ di risposta e di prospettiva strategica. Questi limiti si manifestano in modo diverso in tutta l’Unione europea e spesso piu’ gravemente quando si tratta dei sistemi produttivi dell’agricoltura del Sud Europa. I partecipanti al convegno hanno condiviso la necessità di un approccio alla politica commerciale europea che miri ad una maggiore tutela degli interessi difensivi e offensivi dei Paesi del sud Europa.

Proposte concrete? Secondo Agrinsieme vanno eliminate le barriere, specie quelle non tariffarie, che imitano l’export, evitando l’import di prodotti che possono costituire una minaccia sanitaria e fitosanitaria e soprattutto valutando preventivamente e con accuratezza gli effetti degli accordi commerciali negoziati dalla UE con i Paesi terzi, che devono sempre basarsi su una effettiva reciprocità delle regole e garantire un approccio di mutuo vantaggio. In tema di Politica Agricola Comune, in settimana la Commissione europea ha introdotto una serie di adeguamenti normativi, al fine di accelerarne il processo di semplificazione con la proposta di Regolamento approvato del Collegio dei Commissari.

Le modifiche, segnalate dall’europarlamentare ed ex Ministro dell’Agricoltura Paolo De Castro, vanno ad impattare su tutti e quattro i regolamenti approvati nel 2013. In particolare per quanto concerne i pagamenti diretti dal 2018, gli Stati Membri avranno la facoltà di applicare le regole per la definizione di ‘agricoltore attivo’. Gli Stati Membri potranno sostenere i giovani agricoltori rimuovendo il limite al numero massimo di ettari che possono beneficiare del supporto specifico per i giovani agricoltori. In momenti di crisi dei mercati, gli Stati membri potranno decidere di ‘disaccoppiare’ i contributi volontari a sostegno di taluni settori agricoli accoppiati, come è già stato deciso per il 2017 per il settore lattiero-caseario.

In merito al capitolo ‘Sviluppo rurale’ le modifiche introducono maggiore flessibilità per quanto riguarda le norme in materia di giovani, per l’accesso ai prestiti e ad altri strumenti finanziari e l’introduzione di uno strumento di stabilizzazione del reddito specifico per settore. Infine, in merito all’organizzazione comune di mercato De Castro evidenzia “diversi cambiamenti per i programmi operativi nel settore ortofrutticolo, la semplificazione nella gestione delle quote di importazione mediante pubblicazione delle informazioni su Internet. Tutte queste proposte saranno discusse secondo la procedura legislativa ordinaria, coinvolgendo sia il Parlamento europeo che il Consiglio”.

Emiliano Raccagni