Macchine agricole ed export: quali scenari per i piccoli costruttori?

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“Macchine agricole ed export” è stato il tema del convegno presentato alla Fiera della Meccanizzazione Agricola di Savigliano.

Un focus sui mercati tunisino e ucraino dove, per il tipo di tecnologie utilizzate e per le esigenze specifiche di quei mercati, i piccoli costruttori di macchine agricole possono avere sbocchi molto interessanti.

Il convegno, organizzato da Arproma, associazione che riunisce i costruttori di macchine agricole in seno a Confartigianato, ha messo in luce numeri e prospettive di crescita che devono destare attenzione.

Il primo punto fa capire come, per quelle due specifiche nazioni, le esigenze fondamentali siano un aumento della meccanizzazione agricola per fare fronte alle crescenti richieste produttive.

In secondo luogo emerge come la richiesta di macchine agricole lasci ampio spazio all’export italiano che, soprattutto in Ucraina, risulta ben al di sotto delle aspettative.

A seconda delle categorie merceologiche siamo infatti posizionati fra il 2% e l’8% con numeri deludenti per il settore nazionale.

Tenendo conto che normalmente l’Italia si “piazza” sempre nelle prime tre posizioni a livello mondiale oscillando fra il primo e il terzo gradino del podio (a seconda del tipo di macchine e attrezzature) appare evidente come ci sia ampia possibilità di miglioramento.

Quali sono gli scenari per i piccoli costruttori di macchine agricoli? Decisamente stimolanti.

La Tunisia è infatti alle porte di casa e sta andando incontro a una stabilità politica ed economica in cui lo Stato recita un ruolo importante nel processo di meccanizzazione.

Gli addetti per ettaro sono infatti quattro volte più alti della  media e l’obiettivo è quello di aumentare la produzione nazionale puntando su contributi statali all’acquisto che arrivano fino al 50% del costo dell’attrezzatura. Con ampio spazio non solo verso le macchine agricole classiche ma anche verso le tecnologie che aiutano a governare il processo di impiego delle acque.

L’Ucraina ha invece una domanda completamente diversa dove le mietitrebbie occupano una parte importante e dove la superficie destinata alla coltivazione è una percentuale preponderante rispetto a quella di tutta la nazione.

Con produzioni importanti e in piena crescita dei cereali e una stabilizzazione di altre colture come pomodori e patate.

A prescindere dagli scenari e dalle dinamiche interne, entrambi i paesi, e con loro molti altri, offrono ottime opportunità di crescita per l’export delle macchine agricole prodotte dai piccoli costruttori. Sia per la capacità di personalizzazione, spesso fondamentale in mercati di questo tipo, sia per la flessibilità generale che le piccole e medie imprese sono in grado di mettere in campo.

La volontà di Arproma è quella di accompagnare i piccoli costruttori verso questi orizzonti.

In cui macchine agricole ed export diventano il binomio fondamentale verso la strada della crescita.

Costantino Radis