78 Bandiere Verdi per la multifunzionalità

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Parola d’ordine: multifunzionalità e integrazione del reddito per le aziende agricole. Un mutamento di strategia sempre più diffuso anche per il settore primario, che spesso diventa la chiave per mantenere e rilanciare la competitività o, come avviene per il 70% dei casi, per reinterpretare attività tradizionali in chiave innovativa, pur restando nel solco delle tradizioni, della sostenibilità ambientale e dell’offerta di tradizioni locali. Sono 78 i “campioni” della nuova agricoltura italiana premiati nei giorni scorsi da Cia con la Bandiera Verde Agricoltura, consegnata in Campidoglio a Roma.

Il premio evidenzia il fondamentale contributo della multifunzionalità al reddito agricolo, che nelle aziende “diversificate” arriva a raggiungere il 25% delle entrate complessive, superando anche il 30% nel caso delle imprese condotte da giovani. “L’Italia –ha sottolineato il presidente nazionale Cia Dino Scanavino – con un trentesimo della superficie territoriale europea, detiene la metà della biodiversità vegetale e il 30% di quella animale. Sono gli agricoltori che diventano anche “sentinelle del bello” capaci di conservare, gestire e manutenere questo patrimonio immenso. Si dimostra così, ancora, una volta l’affermazione dell’agricoltore come imprenditore multiruolo e custode, capace cioè non solo di produrre dai campi ma di preservare l’ambiente, di qualificarlo attraverso l’attività  turistica, di costruire sistemi territoriali capaci di rispettare la natura e le caratteristiche di quell’area”.

Sono molte le curiosità che emergono scorrendo la lista delle aziende premiate, che possono offrire spunti e idee utili per tutti gli operatori del settore. Come chi ha trasformato il suo allevamento di capre da latte in un’azienda a “circuito chiuso”, che va dalla stalla al caseificio fino alla vendita diretta in azienda, conquistando i primi posti nella graduatoria delle migliori lattifere in Italia nel pieno rispetto dell’ambiente, come testimoniano l’attività di recupero delle acque piovane a fini produttivi e la presenza di un mini impianto fotovoltaico per l’autoconsumo di energia elettrica “pulita”.

Altro caso presentato, quello di un’azienda che ha “riscoperto” i cavalli da tiro per lavorare la terra avvalendosi di pratiche colturali biodinamiche e per caratterizzare l’offerta imprenditoriale. Quello che parrebbe un mero ritorno al passato diventa invece un’attività didattica “ad hoc” per chiunque voglia acquisire conoscenza ed esperienza di questo metodo agricolo e permette l’addestramento di puledri da destinare in futuro al lavoro dei campi sottraendoli, spesso, alla macellazione.

“Bandiera Verde”, giunta quest’anno alla sua XIII edizione, ha valorizzato inoltre tanti agricoltori “custodi” della biodiversità, del paesaggio rurale e del suo patrimonio storico, culturale e archeologico. C’è chi ha trasformato la propria masseria con lago annesso in uno scrigno naturalistico in cui macchia mediterranea, querce alte 20 metri, ulivi e piante acquatiche convivono con bovini e uccelli migratori; chi valorizza e manutiene un antico frantoio ipogeo interamente scavato nella roccia e chi ha creato un percorso a tema, “Le vie dell’anima”, che conduce gli ospiti dell’azienda agri-turistica in un suggestivo itinerario attraverso la storia del territorio, le consuetudini contadine e le produzioni autoctone.

Articolo di Emiliano Raccagni

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