Volvo Penta punta all’Agri

1982

Le sfide di Volvo Penta. Che guarda avanti e pensa già al Tier 5. Per motori sempre più produttivi, efficienti, sostenibili.

Articolo di Daniela Grancini

Volvo Penta Intermat D8 engine

Appartenere a un grande gruppo come Volvo costituisce indubbiamente un vantaggio: non solo e non tanto per il supporto tecnico e commerciale che questo offre, ma soprattutto perché le sinergie che tale appartenenza  implica costituiscono un circuito virtuoso che esalta le potenzialità produttive di chi ne fa parte. Soprattutto se si tratta di sfere merceologiche come quella dei motori diesel in cui la ricerca e l’innovazione sono un must. Un immenso potenziale di crescita, quindi, per Volvo Penta che, in un’affollata conferenza stampa indetta all’interno della Fiera Intermat di Parigi  (in cui Volvo Construction Equipment e Volvo Trucks hanno giocato un ruolo di primo piano), ha ribadito il suo committment nei settori della movimentazione, dell’energia (al momento preponderante, con circa il 60-65% delle vendite globali), delle costruzioni e dell’agricoltura che costituiscono il segmento industriale dell’offerta di Volvo Penta, insieme a quello rivolto alla nautica.

Giorgio Paris

“Anche se solo recentemente ci siamo affacciati al settore cosiddetto “off road” (in pratica dei veicoli non targati) a cui appartiene anche il mondo agri, è indubbio che questo ambito rivesta per noi un’importanza strategica”, ha affermato Giorgio Paris (nella foto sopra), Segment Head Industrial basato a Göteborg (Svezia) di Volvo Penta. “Volvo Penta è uno dei più grandi players al mondo nel settore dei motori diesel per la generazione di energia, una competenza indiscussa che è servita da traino al settore off road, per noi più nuovo ma di indubbia importanza”. “Negli ultimi tre o quattro anni abbiamo introdotto una nuova gamma di motori Tier 4 Final, ma disponibili anche in tutte le altre declinazioni a livello inferiore, quindi abbiamo  Tier 3 e  Tier 2, con lo stesso footprint”, aggiunge  Giacomo Mondini (nella foto qui sotto), Sales Manager VE Industrial Engines che opera nella sede italiana di AB Volvo Penta, a Pero (Mi). “E’ un settore nel quale riteniamo vi sia uno spazio enorme di crescita. E che l’agri sia un segmento particolarmente importante è dimostrato anche dal fatto che all’ultimo Sima di Parigi  parecchi OEM esponevano macchine che montavano motori Volvo Penta”.

Giacomo Mondini

Si tratta degli stessi propulsori utilizzati per l’intero segmento industriale, nelle versioni Tier 4 Final 3 e  2 a seconda delle esigenze del cliente, anche se nelle applicazioni agricole la parte del leone la fanno i motori più piccoli i 5 e gli 8 litri che rientrano in un progetto completamente nuovo e stanno incontrando un buon interesse da parte di parecchi clienti. Gli investimenti di Volvo Penta per rendere la propria offerta sempre più completa e competitiva sono stati ingenti: attualmente viene investito in R&D il 7% del fatturato e i nuovi motori, negli ultimi 2 anni,  hanno assorbito gran parte di questo sforzo economico e produttivo. Ma la nuova sfida si chiama già Tier 5: non sono ancora spenti gli echi del lancio dei nuovi Tier 4 Final che Volvo Penta (e con essa molti altri costruttori) stanno guardando avanti: una corsa inarrestabile verso una tensione progettuale continua rivolta al futuro e a tecnologie sempre più ecologiche e performanti.

Un percorso non privo di difficoltà, visto che non c’è omogeneità di domanda, in termini di standard sulle emissioni, da parte dei mercati mondiali (in Europa, Usa, Giappone è richiesto il Tier 4 Final,  dall’ottobre 2015 la Cina introdurrà lo step 3, l’Australia non è ancora armonizzata…), insomma lo scacchiere mondiale è estremamente diversificato e occorre quindi essere sempre pronti con il prodotto giusto non solo per le applicazioni giuste, ma anche mirato ad aree geografiche differenti. “Per quanto riguarda l’agri”, prosegue Mondini, abbiamo in atto trattative con OEM di grande prestigio, anche per fasce di prodotto come le mietitrebbiatrici e i trattori di elevata potenza. Ma non dimentichiamo che vi sono nicchie altrettanto interessanti, rappresentate da costruttori di spicco come Maschio Gaspardo, Caffini, Faresin….Nel DNA del Gruppo Volvo c’è un costante impegno verso la sostenibilità ambientale, correlata all’intero mondo agri, come sottolinea anche il claim di Expo 2015, Nutrire il pianeta. I motori servono anche a questo, un concetto che ribadiremo anche nel corso della prossima Agritechnica di novembre, ad Hannover”.

 

[box title=”Il cuore della macchina” box_color=”#e36614″]Volvo Penta utilizza cinque piattaforme di motori per tutte le applicazioni industriali: il 5 , l’8, l’11, il 13 e il 16 litri, con un range di potenza che va dai 105 kW ai 565 kW. Gli ultimi arrivati sono i motori diesel a 5 e 8 litri, per veicoli off road, nella fattispecie il D5 e il D8, robusti e affidabili, basati su una piattaforma progettuale completamente rinnovata. La cilindrata è stata aumentata rispetto alle versioni precedenti, la rigidità del blocco motore è stata ottimizzata, cosa che consente una coppia più elevata a una minor velocità. E nonostante la cilindrata superiore, il consumo di carburante è ridotto di oltre il 2,5%. Rispondenti alle norme Tier 4 Final, come tutti i motori di Volvo Penta condividono un’impronta comune, che vede componenti come il turbocompressore situato nella stessa posizione su tutti i modelli, cosa che facilita l’installazione agli OEM. La soluzione Volvo penta Tier 4 Final utilizza unicamente la tecnologia di riduzione catalitica selettiva (SCR) senza l’aggiunta del filtro antiparticolato (DPF) o del catalizzatore diesel d’ossidazione (DOC) per la riduzione delle emissioni. Anche questo semplifica l’installazione e facilita l’utilizzatore finale.[/box]