Un’altra previdenza è possibile

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La Cassa previdenziale degli Agrotecnici aumenta del 50% la rivalutazione dei contributi.
Il dibattito recente sulla previdenza è caratterizzato da elementi nessuno dei quali positivi: l’aumento delle aliquote previdenziali, quelle della Gestione “parasubordinati”, ad esempio, già aumentate al 27% arriveranno presto al 33%, l’allungamento dell’età di pensione, la riduzione delle prestazioni future, l’insufficienza del tasso di sostituzione. Per le Casse dei liberi professionisti è inoltre arrivato come un macigno la riforma del Ministro Elsa Fornero che, con lo strumento del decreto legge, ha imposto di passare da una sostenibilità per 30 anni ad una sostenibilità garantita a 50 anni, creando difficoltà.
Eppure in un contesto così problematico, esiste un’isola felice, rappresentata dalla Cassa previdenziale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati, inclusa nella Fondazione ENPAIA. La tematica della sostenibilità a 50 anni per gli Agrotecnici è irrilevante: posto che la Cassa già ora garantisce una sostenibilità “all’infinito”, come certificato dal Nucleo di Valutazione della Spesa Previdenziale del Ministero del Welfare che, nella sua relazione datata 28 ottobre 2009, nell’esaminare lo sviluppo futuro delle Casse private italiane ed in particolare l’anno in cui esse, ove non adottino interventi correttivi, avranno un saldo previdenziale negativo, alla riga riservata alla Cassa Agrotecnici non indica una data, ma la parola “mai”. Siamo dunque in presenza, ad avviso del Ministero vigilante, di una Gestione dall’orizzonte infinito, per somma tranquillità dei suoi iscritti.
Il bilancio consuntivo 2011 conferma lo stato di buona salute con un utile di esercizio di oltre 200.000€, un rendimento degli investimenti del + 3,85%, un incremento degli iscritti, al netto dei cancellati, del + 1,98% e  un incremento del fatturato è del +2,54 % sull’anno precedente. La vera originalità della Gestione previdenziale degli Agrotecnici si può misurare dal modo in cui gli Amministratori hanno affrontato il problema del tasso di sostituzione, incentivando l’aumento del versato, che ora sconta un’aliquota minima pari al 10%, ma escludendo di aumentare questa percentuale ed invece puntando sull’attrattività della Gestione e sulla volontarietà dell’aumento delle aliquote.
Con l’ultima revisione del Regolamento previdenziale sono infatti state istituite aliquote contributive superiori (dal 12% al 26%) che gli iscritti possono liberamente scegliere di utilizzare e nel 2011 il 4% degli iscritti ha preso questa strada. Sono stati poi previsti meccanismi vari di ricostruzione della carriera previdenziale per gli anni di esercizio professionale non coperti da previdenza, per il riscatto della laurea e del tirocinio professionale.
Infine l’azione più importante, recentemente deliberata dal Comitato Amministratore: l’aumento della rivalutazione annuale dei contributi versati. Partendo dal presupposto che il montante previdenziale si determina moltiplicando i contributi versati per il tasso di rivalutazione determinato dall’ISTAT (sulla base del PIL del quinquennio precedente), tanto più questo tasso sarà alto, tanto maggiori saranno le future pensioni.
Il tasso ISTAT è stabilito in misura identica per tutte le Gestioni previdenziali e, complice la stagnazione dell’economia nazionale, esso è relativamente basso. Con una delibera adottata il 12 aprile scorso, che sarà inviata per l’approvazione nei prossimi giorni dal direttore dell’ENPAIA, Gabriele Mori, ai Ministeri vigilanti per l’approvazione, il Comitato Amministratore ha deliberato di procedere ad una rivalutazione dei contributi in misura del 50% superiore a quella stabilita dall’ISTAT, con grande beneficio dei “previdenti”, i quali vedono così passare il tasso di rivalutazione del 2011 dal 1,6165% (tasso ISTAT) al 2,42475%.
Molto soddisfatto della decisione Roberto Orlandi, Presidente del Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati, il quale ha sottolineato come la maggiore rivalutazione dei contributi previdenziali degli iscritti nell’Albo rappresenterà un elemento di concorrenza nel settore delle professioni, perché in futuro, fra gli Albi simili, i giovani laureati preferiranno quelli che offrono loro più opportunità e migliori condizioni.