Una pasta bio da energie rinnovabili 100%

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Una pasta da agricoltura biologica prodotta interamente utilizzando energia rinnovabile al 100%. È questo il progetto della cooperativa marchigiana Girolomoni, una delle aziende che, lo si può dire seriamente, rappresenta l’avanguardia “bio” in Italia, praticando questo tipo di coltivazione dal 1971. Da oggi la pasta dell’azienda sarà quindi completamente “green”, in quanto una parte dell’energia, tutta tracciata e garantita dal Gestore del Sistema Elettrico, un ente terzo ed indipendente che certifica l’origine da fonte rinnovabile, è autoprodotta da un impianto fotovoltaico ed eolico, mentre per il restante fabbisogno energetico la Cooperativa Girolomoni ha scelto ‘100% energia pulita Dolomiti Energia’, un’energia rinnovabile prodotta grazie alla potenza dell’acqua che alimenta le centrali idroelettriche situate sulle Dolomiti.

”La scelta di utilizzare fonti rinnovabili per l’energia è una diretta conseguenza dei valori di rispetto per la terra e per il pianeta che mi sono stati tramandati da mio padre, vero profeta del biologico in Italia – spiega Giovanni Battista Girolomoni, presidente dall’omonima Cooperativa – dal nostro punto di vista l’accordo con Dolomiti Energia è la perfetta chiusura del cerchio verso un’agricoltura sempre più sostenibile”.

L’operazione, come detto, non è una novità per l’azienda marchigiana, che non può essere genericamente inserita nel novero delle oltre 55mila aziende italiane a produzione biologica. Gino Girolomoni, scomparso nel 2012 e il cui lavoro è oggi portato avanti dalla famiglia, fu un precursore del settore, tanto che alla fine degli anni sessanta decise di dedicarsi completamente al biologico. Nel 1977 fece nascere “Alce nero”, la prima cooperativa bio italiana con sede nel recuperato monastero marchigiano di Montebello, che da allora fu il cuore pulsante per diffondere il suo credo imprenditoriale e la sua filosofia di rispetto per la terra. La Cooperativa Agricola Gino Girolomoni conta oggi su 37 dipendenti e 10 milioni di fatturato, ed esporta all’estero l’85 per cento della produzione (che comprende riso, cous cous, olio extravergine d’oliva, aceto balsamico di Modena, caffè e legumi) , tra la quale il fiore all’occhiello è rappresentato appunto dalla pasta che, può contare su una delle filiere del grano duro più avanzate d’Europa, utilizzando grani duri interamente italiani, tra i quali Senatore Cappelli, Graziella Ra, farro Dicocco.

Emiliano Raccagni