Un sostegno per l’agricoltura sociale

1107

Anche l’agricoltura legata al sociale rischia di pagare un dazio molto pesante in questo periodo, per questo servirebbero azioni per tutelare gli agri-asili e le strutture per disabili e anziani. Quando l’emergenza sarà superata, infatti, rischiano di non riaprire quelle che le istituzioni classificano come microimprese, tra cui compaiono anche le scuole per l’infanzia, casa e luogo di crescita dei bambini. A lanciare l’allarme è Donne in Campo, l’Associazione al femminile di Cia-Agricoltori Italiani, preoccupata per le ripercussioni di tutto ciò, sulle donne del settore come sulla quotidianità di tante mamme che stanno sostenendo carichi di lavoro oltremisura.

Secondo i dati di Donne in Campo-Cia sono 5.500 gli asili nido che, in Italia, accolgono bambini dai 0 ai 3 anni e oltre 7 mila le scuole per l’infanzia private che stanno affrontando, ora, una situazione drammatica perché inattive e prive, quindi, di quelle rette che ne garantirebbero la sopravvivenza. “Stiamo parlando di attività -spiega la presidente di Donne in Campo-Cia, Pina Terenzi- fino ad ora senza tutele o aiuti, ma di grande valenza per il contributo che apportano alla dimensione sociale delle famiglie e delle donne stesse, la gran parte degli operatori del settore. “A questo proposito -aggiunge Terenzi- come Giunta nazionale Donne in Campo-Cia, riteniamo, dunque, necessario ricordare, perché il Governo torni ad investirci, il ruolo svolto dall’agricoltura sociale, per essere quell’insieme di pratiche agricole in grado di generare benefici per le fasce più deboli della popolazione e forti di quella distintiva imprenditorialità al femminile che, negli ultimi dieci anni, ha visto crescere e moltiplicarsi progetti come gli agri-asili, le scuole in fattoria o le residenze per anziani e disabili. Non possiamo permetterci di vanificare quanto fatto dalle donne per il Welfare di questo Paese e di scaricare su di loro responsabilità insostenibili, a tal punto da pregiudicare l’ultimo presidio sociale per i più deboli, che queste rappresentano.

Una proposta concreta è arrivata da CIA anche in merito al settore degli agriturismi, per trovare una ricetta utile a salvare dal rischio collasso le oltre 24mila aziende italiane, che danno lavoro a oltre centomila persone. A questo proposito, è stata avanzata la richiesta al Governo perché vengano inseriti, tra le misure economiche di sostegno, anche dei buoni per le famiglie da spendere nelle strutture agrituristiche italiane e incentivi fiscali, sotto forma di detrazione di imposta lorda, delle spese di alloggio e ristorazione. CIA e la sua associazione Turismo verde sottolineano inoltre la necessità che le istituzioni puntino, ora più che mai, sul rilancio del turismo rurale e dell’enoturismo, incentivando la presenza di bambini dai 3 ai 14 anni nei centri estivi da organizzare nelle fattorie didattiche, fornendo coupon alle famiglie.

Emiliano Raccagni