Trattori “in frenata” sul mercato europeo

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I dati dell’associazione dei costruttori europei CEMA evidenziano un calo significativo delle vendite di trattori nei primi otto mesi dell’anno. Continua il trend negativo per il mercato italiano, che tuttavia potrebbe dare segnali di ripresa a partire dal prossimo anno. L’arrivo di incentivi pubblici nel 2016 per l’acquisto di macchine agricole potrebbe stimolare il mercato – commenta il presidente dei costruttori Massimo Goldoni – ma non deve far dimenticare che ci sono ancora fondi europei, nell’ambito dei Piani di Sviluppo Rurale, che se non vengono impegnati dovranno tornare nelle casse dell’Unione Europea.

Le vendite di trattrici nei principali Paesi europei segnano, nei primi otto mesi dell’anno, un calo del 7,6 per cento. A fine agosto – secondo le stime dell’associazione europea dei costruttori Cema, che include nelle statistiche anche la Turchia – il numero di macchine immatricolate si è fermato a quota 109 mila, rispetto alle 117 mila dello stesso periodo 2014. Tutti i Paesi censiti registrano cali significativi: Francia -4,4% in ragione di 19 mila macchine immatricolate nel periodo considerato, Germania -8,7% (21.200 macchine); Regno Unito -16% (8.700 macchine).

Meno pesante rispetto alla media degli altri Paesi il passivo dell’Italia, che secondo i dati relativi ai primi nove mesi – elaborati da FederUnacoma sulla base delle immatricolazioni registrate dal Ministero dei Trasporti – segna una flessione del 3% (a fronte di poco più di 14 mila macchine), che tuttavia si somma ai cali registrati sistematicamente nel Paese a partire dal 2009 e che hanno portato il numero delle trattrici immatricolate ai minimi storici (18.178 nel 2014).

In base all’attuale trend si prevede che a fine anno il numero di trattrici immesse sul mercato italiano possa risultare inferiore rispetto al consuntivo 2014, con un numero totale non superiore alle 18 mila unità. Non diverso è l’andamento per le altre tipologie di macchine, giacché anche le trattrici con pianale di carico (motoagricole) risultano in calo (-28,6% in ragione di 513 mezzi) e così i rimorchi (-3,8% per 7.159 mezzi). Tra i veicoli immatricolati solo le mietitrebbiatrici risultano in contro- tendenza (+9,7% a fronte di 318 macchine), un incremento vistoso in termini percentuali ma ancora poco significativo in termini sostanziali perché riferito ad un limitato numero di unità.

“L’economia italiana ha ripreso lentamente a marciare – commenta il presidente di FederUnacoma Massimo Goldoni – e questo può stimolare una maggiore fiducia e una volontà di tornare ad investire per l’acquisto di macchine e attrezzature agricole, ma un miglioramento del mercato si potrà avere solo il prossimo anno, anche perché l’annuncio fatto dal Governo in questi giorni circa lo stanziamento per il 2016 di 45 milioni di euro per l’acquisto di macchine agricole potrebbe congelare gli acquisti negli ultimi mesi del 2015”.

“Per evitare che l’ultimo trimestre dell’anno risulti congelato per quanto riguarda gli acquisti – ha aggiunto Goldoni – stiamo realizzando iniziative rivolte agli agricoltori per informarli sulle opportunità di finanziamento offerte dall’Unione Europea con i fondi per i Piani di Sviluppo Rurale, fondi che non soltanto sono consistenti, ma che debbono essere spesi entro il 31 dicembre per evitare l’obbligo di restituzione degli stessi alle casse dell’Unione Europea”.

L’andamento del mercato nei Paesi europei – complessivamente non positivo nell’anno in corso – deve essere letto nel quadro di un generale rallentamento a livello mondiale. I dati diffusi da Agrievolution – la sigla che raccoglie le associazioni costruttori dei Paesi maggiori produttori a livello mondiale – indicano nei primi sei mesi dell’anno una crescita delle vendite di trattrici solamente in Cina (+23%, in ragione di oltre 370 mila unità vendute nel semestre) e in Turchia (+24% in ragione di quasi 30 mila unità); mentre in calo risultano l’India (-23% con 213 mila unità), gli Stati Uniti (-9% con 43.100 unità) e la Russia (-47% con 7.200 unità). Il rallentamento del mercato a livello globale – secondo gli analisti di Agrievolution – sarebbe legato al calo dei redditi nel settore primario dovuto all’abbassamento dei prezzi a livello internazionale delle principali derrate.