Tradizione in barattolo

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Creme, confetture, composte… Un’azienda del Cesenate punta sulla tipicità per attrarre il palato dei consumatori, facendo loro riscoprire il vero sapore della frutta e della verdura appena trasformate.

Creare e far riscoprire prodotti genuini e naturali, privi di conservanti, coloranti, esaltatori del gusto, addensanti, pectine e qualsiasi altro ingrediente chimico, perseguendo l’intento di tramandare i sapori unici e la cultura gastronomica della Romagna di una volta. Con questo obiettivo è nata a Cesena, nel 2008, la società agricola ‘Le Fattorie Malatestiane’, parte integrante del gruppo cooperativo Alac, attivo sul territorio da oltre 40 anni. Nei terreni di proprietà l’impresa coltiva frutta e verdura locali, tra vecchi saperi e nuove conoscenze, per poi trasformarli in creme, sottoli, confetture e tante altre particolarità. Filiera corta e km zero sono i cardini dell’attività, dal momento che tutto viene curato in azienda: dal processo produttivo alla trasformazione di frutta e verdura, dal confezionamento alla successiva commercializzazione ai vari punti vendita.

Un marchio, una garanzia

Il nome e il marchio della società agricola rimarcano l’appartenenza al territorio d’origine: Cesena, infatti, ha avuto il suo sviluppo produttivo e artistico proprio nell’epoca dei signori Malatesta. Il logo è rappresentato da una farfalla, la quale, come documentano i vecchi testi conservati nella ricca e nota biblioteca della città, è un simbolo miniato nei codici per “Malatesta Novello”, signore di Cesena. La farfalla è, inoltre, un simbolo di naturalezza, purezza, fertilità e trasformazione, rimandi che ben si addicono ai principi che stanno alla base dei prodotti aziendali: tutte le fasi e i metodi di produzione, infatti, sono portati a termine nel rispetto di precise direttive e di disciplinari emanati dalla Regione Emilia-Romagna, soprattutto per quanto concerne l’integrato e il biologico. Circa 350 sono gli ettari sui quali si estende l’azienda: 7 sono coltivati a kiwi, 25 a vigneto, 5 a pesche e 20 a bietole; e ancora, 135 ha sono lavorati per l’ottenimento di cereali, 60 seminati a girasole da seme, 40 a leguminose e 80 a erba medica.

Export, energie rinnovabili e… un sogno!

A raccontarci come avviene la commercializzazione è Gabriele Bacchi, presidente della cooperativa Alac e amministratore unico dell’azienda: “La parte più consistente dei nostri prodotti viene venduta a GDO, Coop, Conad e ai negozi specializzati, come gastronomie, enoteche e Wine bar. Abbiamo anche vendite all’estero, in Repubblica Ceca, Germania, Giappone, Stati Uniti, Qatar e qualche altro Paese arabo. Partecipiamo, inoltre, a fiere ed eventi inerenti alla nostra attività, come la Fiera Internazionale dell’Alimentazione, a Rimini, il Salone del Gusto di Torino e manifestazioni e workshop in diversi Paesi esteri”. Le energie rinnovabili rappresentano una scelta più che consapevole per l’azienda che, sostituendo le coperture in eternit, ha installato due impianti fotovoltaici sulle coperture dei suoi stabili: il primo, realizzato nel 2008 e per il quale sono stati spesi 700.000 €, ha una potenza di 140 kWp e garantisce un tempo di rientro del capitale di 11 anni; il secondo, invece, di 400 kWp e per il quale sono stati spesi 1.300.000 €, è stato realizzato nel 2011 e verrà ammortizzato in 13 anni. Per quanto riguarda la produzione diurna, quindi, l’azienda è energeticamente autosufficiente. E i piani per il futuro? “Abbiamo appena realizzato notevoli investimenti, che vanno consolidati e portati a reddito – conclude Bacchi –. Siamo alla ricerca continua di nuovi prodotti da potere realizzare e immettere sul mercato. Il nostro sogno nel cassetto? Poter affermare un giorno che in gran parte del territorio italiano si usano e si consumano i prodotti di Le Fattorie Malatestiane, considerati salubri, naturali e appetitosi”.

Articolo di Laura Turrini