Tornare all’agricoltura familiare

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L’agricoltura familiare come tradizione radicata che va insegnata e tramandata, di generazione in generazione. In provincia di Alessandria, sul territorio di Castelnuovo Scrivia,  dal 2015 opera  l’azienda agricola Elilu – Agricoltura familiare, la prima Scuola di Multifunzionalità Agricola Familiare / Family Farm School sorta in Italia. Un’esperienza unica nel suo genere, tutta da raccontare. “L’azienda si regge su ben 14 radici strettamente connesse e funzionali l’una all’altra e si concretizza come laboratorio di buone prassi e teatro della narrazione delle stesse, – ci spiega Elisa Gastaldi – un luogo in cui fare e tramandare, recuperare rinnovando, costruire divertendosi, generando nuove possibilità di vita. La vocazione didattica dell’azienda ci ha spinti a realizzare una ristrutturazione che comprende, per i laboratori e per la cucina, accessi con antibagno e bagno con doccia tali da consentire l’accesso e la fruizione anche da persone esterne alla famiglia. Abbiamo ripreso il senso profondo dell’agricoltura familiare della prima metà del Novecento, combinandolo con le più moderne tecnologie a disposizione”. Così come accadeva nelle aziende agricole familiari all’inizio del secolo scorso, l’azienda realizza tutte le produzioni primarie necessarie alla sussistenza della famiglia, custodendo varietà e razze antiche tradizionali italiane. “Attualmente sono oltre 300, allevate e coltivate secondo i principi dell’agricoltura biologica e biodinamica, – prosegue Elisa – tali produzioni vengono poi trasformate in azienda, grazie ad un laboratorio multifunzionale, ad un caseificio e ad un impianto di conservazione ad azoto con mulino a pietra per essere, successivamente, vendute presso la bottega interna e nei mercati contadini o nelle fiere”. Tra i principali prodotti che si realizzano, si segnalano latte, yogurt e formaggi di razza antica V.O.T. – Bionda Tortonese, pane e prodotti da forno tradizionali di grano Verna e San Pastore (Pane Grosso di Tortona), pasta di grano duro Senatore Cappelli, salumi di Maiale nero di Garlasco.

“L’azienda si è dotata di strutture particolarmente innovative e ad impatto zero, l’alimentazione è interamente a corrente elettrica prodotta dall’impianto fotovoltaico installato sul tetto, per una potenza di quasi 20 KW, a partire dal caseificio e dal laboratorio multifunzionale/cucina fino all’impianto per la conservazione e lo stoccaggio ad azoto dei cereali antichi, – prosegue la giovane imprenditrice agricola – grazie ad un essiccatore e ad un compressore d’aria, il macchinario dedicato estrae direttamente azoto e ne garantisce una percentuale del 99,9% nei silos. Così facendo, produciamo direttamente azoto senza costi ambientali e moliamo settimanalmente un cereale fresco come appena trebbiato”. Innovazioni e migliorie che avranno un seguito nell’immediato futuro. “Abbiamo in cantiere la realizzazione di una sala multifunzionale, da adibire ad agriturismo e ad aula didattica attrezzata con un planetario professionale, e di una stalla didattica con sala di mungitura con un progetto di agricoltura sociale – sottolinea la Gastaldi  -. Poter impiantare una propria attività di agricoltura familiare richiede dedizione: avendo accesso preventivo alla formazione/sperimentazione è possibile portare a compimento i progetti di persone e famiglie determinate in tal senso, sostenendole con opportuni strumenti e garantendo la possibilità di esperire il tutto sulla propria pelle in un contesto autentico e reale. È importante favorire l’agricoltura familiare, nel 2013 è emerso chiaramente dal rapporto FAO sulle Family Farm che il 70% del cibo alimento del mondo, quello che nutre, è prodotto in family farms. Il territorio italiano è prevalentemente collinare e montano, poco adatto alle grandi estensioni ma immensamente ricco di biodiversità. Come facciamo a competere su un mercato globalizzato con paesi dove gli agricoltori per “provare” una nuova coltura ne piantano 500 Ha quando le nostre aziende mediamente sono intorno ai 7,9 Ha, secondo i dati ISTAT?”. Un cambio di prospettiva si rende, dunque, d’obbligo. “L’agricoltura italiana deve puntare sulle microimprese, prevalentemente a conduzione familiare, creando nuove norme e fonti di finanziamento ad hoc per tali realtà, – conclude Elisa -; attraverso la Scuola di Multifunzionalità, la nostra azienda ha un dialogo continuo con le realtà territoriali e con il mondo della ricerca, nonché con le persone che vogliono fare agricoltura familiare per la propria vita, in un continuo flusso di conoscenze e saperi. Se gli agricoltori non cominceranno a imporsi sulle filiere alimentari continueranno inesorabilmente a esserne schiavi: non è assurdo che un agricoltore convenzionale per comprare un kg di pane debba vendere circa 50 kg di grano? È importante ripensare i rapporti tra le città e le campagne circostanti: l’idillio della spesa a km 0 spesso si infrange con il fatto che per fare una spesa completa un privato deve fare più di 50 km perché anche l’agricoltura si è molto specializzata; con una rete di colleghi e altri soggetti del territorio stiamo ragionando su una possibile soluzione per la nostra zona”.

Di Antonio Longo