Società professionali: il governo accoglie le richieste degli Ordini

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Gli agrotecnici sono già pronti con le prime “cooperative fra professionisti”.
Con l’emendamento che istituisce l’art. 9-bis al decreto legge gennaio 2012 n. 1, il Governo ha colto la maggior parte delle richieste degli Ordini professionali in tema di società professionali modificando l’art. 10 della legge n. 183/2011 (la legge di stabilità) che, diversamente, avrebbe avuto effetti devastanti sul sistema professionale.
A meno di sorprese dell’ultimo minuto le Società professionali si faranno e potranno avere anche soci terzi di puro capitale, ma la loro partecipazione sarà limitata ad un terzo del capitale e comunque ad un terzo dei voti sociali, quindi attergato in misura assolutamente minoritaria. La decisione del Governo rappresenta una vera svolta visto che in precedenza, alla richiesta del Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati di modificare l’art. 10 della legge n. 183/2011, era sempre stato risposto negativamente; evidentemente alla fine, il Governo ha compreso che, senza modifiche, i danni che sarebbero stati inferti al sistema erano esiziali.
Una svolta positiva dunque, vista con favore da Roberto Orlandi, Presidente del Consiglio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati ed anche Vice Presidente Nazionale del CUP, che giunge di buon auspicio in vista dell’imminente grande manifestazione del 1 marzo prossimo, il Professional day.
L’emendamento del Governo limita la partecipazione del socio terzo di capitale al 33% delle quote di partecipazione (ovvero, in alternativa, al 33% dei voti sociali), con l’ovvia conseguenza che il restante 67% di capitale deve essere apportato dai soci professionisti i quali, dovendo comunque provvedere economicamente per la maggior parte, non si vede quale necessità abbiano di capitale terzo. In altre parole: se i soci professionisti hanno poco capitale proprio, quello apportabile dal socio terzo sarà ovviamente bassissimo, rendendo l’apporto stesso irrilevante e perciò inutile.
Se invece i soci professionisti dispongono di molto capitale, quello del socio terzo potrà essere di conseguenza anche rilevante, però se i soci professionisti sono già di per se stessi “capitalizzati” non si vede quale necessità abbiano di capitale terzo, anche in questo caso rendendone l’apporto stesso inutile.
Le Cooperative fra professionisti
Completamente diverso è il caso delle Cooperative, la cui legislazione è già ora perfettamente aderente all’emendamento governativo. Infatti le regole societarie delle Cooperative prevedono due figure di soci: quelli “lavoratori”, che equivalgono ai “soci professionisti” e quelli “sovventori” o “finanziatori”. Questi ultimi possono portare alla Cooperativa qualche somma, senza particolari limiti, tranne quelli stabiliti dalla Banca d’Italia in relazione al patrimonio sociale, ma in ogni caso i loro “voti sociali”, a prescindere dall’entità del “capitale apportato”, sono limitati complessivamente ad un terzo al massimo dei voti per “soci professionisti”, così realizzando perfettamente la condizione prevista dal Governo.
Il sistema delle Cooperative fra professionisti è già conosciuto da Agrotecnici e Agrotecnici laureati, poiché, da molto tempo, hanno sperimentato le Cooperative professionali, la prima risale infatti al 1993, anche se sono stati costretti ad uno slalom giuridico fra i divieti per ottenere le omologhe. Queste cooperative sono state create perché spinte dalla necessità di aggredire in maniera più incisiva il mercato dei servizi professionali di alto livello e, come ha commentato il Presidente nazionale Roberto Orlandi, gli Agrotecnici hanno già da tempo leadership nel settore tecnico e sono, così, pronti ad affrontare il nuovo sistema.