Scarti vegetali? No, fonte di cibo

Cavolo con mani

Trasformare gli scarti vegetali che si accumulano normalmente durante le attività del Mercato ortofrutticolo di Milano in “farine d’insetto” destinate alla mangimistica. Grazie a una particolare specie di dittero da molto tempo conosciuto per la sua capacità di “lavorare” su ciò che all’uomo non interessa più. Il nobile e potenzialmente redditizio intento di ottenere da materiali non più disponibili al consumo umano prodotti ad elevato valore aggiunto arriva da un gruppo di ricercatori dell’Università dell’Insubria di Varese, che ha dato il via al progetto Insect Bioconversion, from vegetable wast to protein production for fish feed (InBioProFeed), in collaborazione con l’Università di Milano e il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l'Analisi dell'Economia Agraria (CRA) di Padova, grazie a un finanziamento di 300mila euro ottenuti da Fondazione Cariplo.

Il programma di ricerca si propone di rispondere all’esigenza del mercato di trovare un’alternativa alle costose farine di pesce, attualmente utilizzate come base per i mangimi in acquacoltura, sostituendole con fonti alternative di proteine, rappresentate dalle farine d’insetto. Il team coordinato dal professor Gianluca Tettamanti, docente di Zoologia del Dipartimento di Biotecnologie e Scienze della Vita dell’Ateneo lombardo, si è concentrato sull’Hermetia illucens, un insetto dittero conosciuto anche come “mosca soldato nera”, le cui larve sono da tempo utilizzate negli impianti di compostaggio e di smaltimento dei rifiuti, all'interno dei quali svolgono un utile ruolo nella riduzione della massa e del carico inquinante dei rifiuti stessi.

Il progetto –spiega Tettamanti – mira a rendere le tecnologie sviluppate fruibili nel comparto produttivo in un lasso di tempo ridotto”. È in quest’ottica che Sogemi, società per l'Impianto e l'Esercizio dei Mercati Annonari all'Ingrosso di Milano, tra cui il Mercato Ortofrutticolo all'ingrosso di Milano, e l'Associazione Piscicoltori Italiani, hanno formalmente dimostrato un loro interesse per questa ricerca.

"Per i prossimi sei mesi Milano con Expo, diventerà una vetrina mondiale in cui i Paesi mostreranno il meglio delle proprie tecnologie per dare una risposta concreta all'esigenza di garantire cibo sano, sicuro e sufficiente per tutti i popoli, nel rispetto dei precari equilibri di un Pianeta che si appresta a ospitare  nove miliardi di persone nel 2050 - commenta Roberto Valvassori, ordinario di Zoologia all’Università degli Studi dell'Insubria -. Gli insetti sono una concreta fonte alimentare in moltissimi Paesi.  L'entomofagia, tuttavia, non deve essere considerata solo come possibilità di consumo alimentare diretto da parte dell'uomo ma, in maniera ancor più concreta, come possibilità di produzione di mangimi (feed) da destinare all'alimentazione degli animali da allevamento. E' necessaria, pertanto, una profonda modifica nello sfruttamento e nella gestione delle risorse, che porti a un loro migliore utilizzo, e alla creazione di sistemi di produzione e lavorazione più sostenibili".

In questa ottica, gli scarti alimentari non rappresentano più solo un problema da risolvere, ma anche una nuova opportunità di migliore utilizzo dal momento che, basti questo dato, un terzo del cibo prodotto nel mondo viene buttato o sprecato. Occorre quindi sviluppare nuove tecnologie e procedure per ottimizzare la lavorazione, lo stoccaggio, il riciclo e lo smaltimento dei rifiuti. Gli insetti possono rappresentare un'ottima risorsa su questo fronte. “Questi organismi hanno infatti un importante ruolo naturale nella degradazione di biomasse in quanto alcune specie sono estremamente adatte a questo scopo, perché possono essere allevate sui rifiuti organici di varie filiere produttive, trasformando gli scarti in una fonte di proteine e di altre molecole ad uso alimentare"  ha concluso Tettamanti.

Articolo di Emiliano Raccagni

Scarti vegetali? No, fonte di cibo - Ultima modifica: 2015-04-16T14:23:16+02:00 da Redazione

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