Revisione? Rimandata!

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Fig-revisione

È dal 1992 che se ne parla, ma non è ancora entrata in vigore. Stiamo parlando della revisione delle macchine agricole, prevista dal Codice della Strada entrato in vigore ormai 13 anni fa, più precisamente dall’articolo 111. Mancavano le norme attuative, ovvero un regolamento indicante le parti più tecniche: chi è autorizzato a farla, ogni quanto, cosa si deve controllare. Regolamento che doveva vedere la luce entro la fine del 2014, con l’inizio delle revisioni al 30 giugno 2015.

Ma come succede spesso in Italia, non si è arrivati pronti alla fatidica data, ed è stato tutto rinviato. Con il decreto-legge 192 del 31 dicembre 2014 (il classico “milleproroghe” di fine anno), sono stati ulteriormente prorogati i termini relativi all’attuazione della revisione. In particolare la proroga è di soli 6 mesi: entro il 30 giugno 2015 sarà necessario adottare il decreto attuativo, e le revisioni dovranno partire dal 31 dicembre 2015. La precedenza sarà data alle macchine più “anziane”, ovvero quelle immatricolate prima del 1° gennaio 2009.

Sarà l’ennesimo carrozzone all’Italiana, fatto per “spillare” qualche soldo agli agricoltori? Si spera di no! La revisione dovrebbe accertare lo stato di efficienza e la permanenza dei requisiti minimi di idoneità per la circolazione, migliorando quindi la sicurezza, sia in strada che in campo, e sia del conducente che degli altri automezzi.

Rimangono, a parere dello scrivente, ancora molti dubbi sulla parte più tecnica del processo di revisione. Quali saranno i componenti soggetti a controllo? Chi sarà autorizzato a farlo? Sono necessarie competenze ben specifiche nell’ambito trattoristico, che al momento è difficile trovare nelle officine già autorizzate per la revisione degli autoveicoli. Non solo: le attrezzature di prova sono sicuramente più complesse (anche solo per ovvi motivi “dimensionali”) rispetto a quelle già presenti.

Potrebbero forse occuparsene i centri prova della motorizzazione, già attrezzati per le revisione dei camion, ma anche in questo caso mancherebbero le competenze specifiche. Assisteremo a delle “joint-venture” tra officine del ramo agricolo e officine autorizzate dalla motorizzazione? O i più grossi concessionari si attrezzeranno per eseguirle in autonomia? Resta il fatto che senza un regolamento tecnico è difficile capire come muoversi, e i tempi stringono.

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