Quotazioni dei suini verso la piattaforma telematica

1472

“La Borsa merci telematica italiana è disponibile a pianificare un anno di mercato sperimentale per la compravendita dei suini. Questo significa distogliere un 20-30% della produzione dai contratti nazionale, ma sono altrettanto convinto che la possibilità di avere dati certi e trasparenti sugli scambi effettivi, porterà benefici anche alla Commissione unica nazionale”. È la proposta che il direttore di Borsa merci telematica italiana, Annibale Feroldi, ha avanzato ai suinicoltori e alle op presenti alla 86ª Fiera agricola zootecnica italiana, a Montichiari (Brescia), dove in 40mila metri quadrati oltre 350 espositori hanno presentato strumenti e tecnologie per l’agricoltura e l’allevamento.

Sotto la lente, fra gli appuntamenti convegnistici, anche la tavola rotonda sul tema «Commissione unica nazionale e Borsa merci telematica italiana: nuove regole e moderni strumenti per la determinazione del prezzo dei suini», organizzato dalla Fazi in collaborazione con l’Associazione nazionale allevatori di suini. Ed è proprio il presidente di Anas, Andrea Cristini, a sottolineare “l’esigenza di trovare una soluzione per il mercato dei suini, in modo da garantire maggiore trasparenza sulla formazione del prezzo”.

L’ipotesi messa sul piatto da Feroldi piace agli addetti ai lavori. Innanzitutto, per i numeri che la società nata in senso al sistema camerale può esibire dal 2006, anno in cui si è conclusa la fase sperimentale di Meteora e ha preso vita Bmti. “Da allora abbiamo superato i 96mila contratti conclusi – riassume Feroldi – per un valore complessivo di 3 miliardi di euro e 9 milioni di tonnellate di merci transate su 73 mercati attivi”.

Serafino Valtulini, responsabile della sezione Suini di Confagricoltura Lombardia, riassume gli ultimi tre mesi di vita della Cun suini da macello, “rimasta da ottobre a gennaio senza una fissazione bilaterale del prezzo, per l’assenza della rappresentanza dei macellatori”. Una situazione, secondo Valtulini, che impone una riflessione, in modo da “andare con decisione verso la piattaforma telematica per dare trasparenza alla compravendita dei suini- afferma Valtulini -. La Cun, d’altronde, è un marasma completo, perché mancano, fra gli altri, elementi di chiarezza sulla classificazione della carcassa e la valutazione dei capi”.

Spezza una lancia in favore della Cun, Riccardo Cuomo, il vicedirettore di Bmti che fa da segreteria tecnica alla Commissione unica nazionale. “Rispetto alla fase sperimentale e ai primi anni – spiega – si è passati dal 54% al 19% di non quotati. Ce la stiamo mettendo tutta e il miglioramento si è visto, anche se non è la situazione ottimale. La missione è trovare linee condivise fra gli operatori”. Proprio la strada della piattaforma telematica potrebbe contribuire a migliorare la trasparenza delle contrattazioni e fornire elementi utili per le quotazioni alla Cun. Ne è convinto anche il direttore di Unapros, Valerio Pozzi, coordinatore dell’associazione che lega le cinque organizzazioni di produttori di suini in Italia (Assocom, Opas, Asser Aps Piemonte, Suinmarche) e che commercializza circa il 20% della produzione nazionale di maiali. “Unapros contribuisce, grazie all’aggregazione delle cinque organizzazioni di produttori – spiega Pozzi – a fornire i dati sulle produzioni e le vendite e a favorire già oggi la corretta informazione per gli operatori. Siamo convinti, però, che si possa affiancare al sistema della Cun anche un metodo di asta telematica, peraltro già sperimentato con successo in Bretagna, la principale regione suinicola di Francia, dove Unapros può contare su rapporti di collaborazione con alcune realtà del settore”.

La missione, per il direttore di Unapros, è valorizzare la produzione degli allevatori per affermare la redditività di chi produce. “Troppo spesso assistiamo a strumentalizzazioni per abbassare il prezzo dei suini, dal blocco delle frontiere in Russia alla vescicolare nel sud Italia, qualsiasi occasione pare buona per stroncare le quotazioni – rileva Pozzi -. Come Unapros siamo assolutamente disponibili a sperimentare la commercializzazione dei capi attraverso la forma anonima della Borsa merci telematica”.

Gli strumenti della Cun e della Borsa merci telematica non sono, tuttavia, secondo il presidente di Coldiretti Lombardia, Ettore Prandini, “sufficienti a risollevare un comparto in difficoltà e che soffre una concorrenza sleale, fatta di importazioni dall’estero di prodotto che, grazie all’assenza di etichettatura, miracolosamente, varcato il confine del Brennero, si trasforma in Made in Italy”. Positive, per il numero uno della Coldiretti lombarda, le risposte della Regione Lombardia date dal presidente Maroni e dall’assessore Fava sul fronte della direttiva nitrati. “Finalmente – dichiara Prandini – è stata fatta chiarezza sui soggetti che realmente inquinano, grazie ad uno studio tecnico richiesto dalla Coldiretti e commissionato, rispettando le promesse, dalla Lombardia all’Università di Milano”.