Quando la tradizione si sposa con l’innovazione

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Una famiglia con una passione, forte e radicata: il vino. Una tradizione che, cominciata agli inizi del Novecento, si tramanda di generazione in generazione, trovando sempre nuova linfa, entusiasmo e voglia di innovare. Le cantine Paololeo rappresentano un punto di riferimento per l’universo vitivinicolo pugliese. L’azienda si trova a sud di Brindisi, nella cittadina di San Donaci. Un territorio ricco di eccellenze, ormai da anni affermatosi anche a livello internazionale per la qualità dei suoi vini. Oggi a condurre l’azienda è Paolo Leo, insieme alla moglie Roberta e ai quattro figli Nicola, Stefano, Francesco e Alessandro. A raccontare la realtà produttiva è Roberta D’Arpa (nella foto) che ricopre il ruolo di marketing and communications manager. “All’azienda vinicola si affiancano quella agricola e una antichissima masseria circondata da vigne” ci spiega Roberta. “Primitivo, Negroamaro, Malvasia bianca e nera di Lecce sono i principali vitigni autoctoni coltivati negli oltre 50 ettari di superficie vitata dell’azienda, seguiti dallo Chardonnay e dal Fiano”. L’azienda ha di recente rilevato una storica cantina sociale di Monteparano, nell’area del Primitivo di Manduria DOP, e ha in cantiere l’acquisto di terreni nella medesima zona per incrementare maggiormente la produzione. Identità territoriale e innovazioni costituiscono il mix attorno a cui ruota l’attività dell’azienda Paololeo. “I nostri obiettivi enologici ricercano costantemente la qualità della produzione vinicola attraverso innovazioni di processo e di prodotto” aggiunge la manager, “si spazia dall’impiego di biotecnologie nelle fasi di lavorazione dell’uva, all’introduzione di nuove varietà di vitigni ed all’evoluzione dei sistemi di allevamento, si ricerca e si richiede qualità ma basata su produzioni in grado di esprimere le identità locali”.

Adotta un alberello

Lo scorso anno la cantina ha lanciato a Vinitaly il progetto “Adotta un alberello nel Salento”, iniziativa accolta con notevole entusiasmo e partecipazione, ancora in corso e che si rinnova ogni anno: sono in tanti coloro che vanno in vacanza in Salento e ne approfittano per valutare la salute dell’alberello adottato che riporta, su una targhetta, il nome e il numero del proprio benefattore. Il sito dedicato al progetto, www.dorsorosso.it ,  è attivo e sempre aggiornato di novità e di alberelli che si colorano di rosso man mano che vengono adottati. “Da qualche anno abbiamo affidato la produzione di energia elettrica della nostra  attività a fonti rinnovabili e investito sul fotovoltaico determinando, così, un vantaggio competitivo rispetto alle imprese che sfruttano fonti di energia  tradizionale, nella convinzione che installare il fotovoltaico rappresenta per un’azienda green la soluzione migliore in termini di risparmio” aggiunge Roberta; “il settore agroalimentare ha un elevato potenziale che non viene, però, espresso a causa dell’arretratezza della filiera, di carenze infrastrutturali gravi e della scarsa promozione del territorio. La valorizzazione dei prodotti tipici e la sinergia tra agricoltura e turismo sono vitali per l’economia del Salento, settori ricchi di opportunità e di sviluppo. Il mondo delle imprese e quello della politica devono svolgere ognuno il proprio ruolo, senza sovrapporsi, ma attraverso un processo di concertazione per tirare fuori l’Italia dalle secche della peggiore crisi del dopoguerra”.

Le sinergie della filiera

Roberta D’Arpa evidenzia che “le imprese pugliesi si confrontano sempre più frequentemente su temi che riguardano l’innovazione e il cambiamento, si incontrano per discutere delle opportunità di sviluppo in uno scenario di lunga e difficile crisi economica, nel quale, però, le eccellenze del territorio hanno dimostrato di sapersi rimboccare le maniche, riconvertendo e rinnovando i processi di produzione per affrontare il mercato globale”. Secondo la manager “l’innovazione deve essere il leit motiv, prima chi faceva il mercato erano i produttori, oggi si produce quello che chiede il mercato, che è il vero motore della domanda. Ciò impone la necessità di stare al passo con il cambiamento per sopravvivere e quindi di aggregarsi per fare fronte alla sfida della globalizzazione. La filiera del vino ha un alto potenziale di sviluppo ed elevati indici di valore aggiunto”. E conclude con un auspicio: “Non bisogna mai arrendersi alla sfida dell’innovazione continua di processi e di prodotti facendo in modo che l’impresa sia snella, anche per far fronte agli ostacoli rappresentati dalla competizione globale con paesi a basso costo del lavoro. Solo così si resta competitivi e si può continuare a produrre in Puglia, come vogliamo fare noi. Abbiamo risorse umane intelligenti e su queste vogliamo e dobbiamo investire”.

di Antonio Longo