PSR 2014-2020: la Lombardia gioca d’anticipo

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articolo di Emiliano Raccagni – Foto Carlo Silva, Regione Lombardia

Da un lato, la consapevolezza di un sistema agricolo che vuole fare sintesi delle migliori proposte per sfruttare al meglio  le opportunità offerte dal PSR 2014-2020. Dall’altro, il campanello d’allarme lanciato a Governo e Ministero delle Politiche Agricole sui pesanti tagli a cui il settore è sottoposto e sul ritardo nella programmazione per i prossimi decisivi mesi. Questo il messaggio emerso con chiarezza oggi presso la sede di Regione Lombardia, dove si è svolto il convegno “Costruiamo il PSR 2014-2020 della Lombardia”.

Competitività, sostenibilità, attenzione ai giovani, formazione professionale, tutela dell’agricoltura montana, ma soprattutto reti e aggregazioni di imprese, accesso al credito, fondi assicurativi. Su queste basi partirà il Programma di sviluppo rurale lombardo, che prenderà forma entro fine anno dopo che la Regione avrà raccolto idee e proposte provenienti da tutte le organizzazioni di rappresentanza del mondo agricolo.

C’è voglia di fare e di proporsi come punto di riferimento anche per le altre regioni forti dell’agricoltura italiana. Quelle che generano “grandi numeri” e che per intensività e innovazione competono in Europa, ma che senza precise indicazioni dal Governo rischiano di trovarsi in seria difficoltà nel supportare le proprie imprese. “Siamo la prima Regione a presentare il proprio PSR – ha sottolineato l’assessore lombardo Gianni Favae lo facciamo con la consapevolezza che l’Italia si sta muovendo con colpevole ritardo e che fino ad oggi non sono arrivate indicazioni chiare sulle regole generali a cui dovremo sottostare. Se aggiungiamo che la Legge di stabilità chiede alle Regioni di restituire oltre 560 milioni di euro (135 solo dalla Lombardia), ci troviamo di fronte a tagli devastanti, che mettono a rischio non solo il futuro, ma anche il presente, dato che siamo nella condizione di non poter finanziare numerose attività in corso e addirittura le domande sul vecchio PSR”.

La sfida lanciata oggi a Milano è chiara. Di fronte a un bilancio europeo che dagli anni Ottanta ha progressivamente decurtato fondi all’agricoltura e in un contesto di mercato internazionale completamente diverso rispetto a solo qualche anno fa, devono essere le regioni (o, parlando in termini di produzioni agricole, le aree omogenee) a costruire una strategia a supporto delle imprese. Tutto ciò non potrà però avvenire finche a livello nazionale non si uscirà dall’attuale clima di incertezza che, a detta di molti degli intervenuti, mette in pericolo la tenuta del settore.