Prezzo secondo il mercato e super-prelievo da abolire

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“Ritengo che siano due i temi da affrontare con impegno e urgenze nell’ambito della filiera lattiero casearia. Mi riferisco al prezzo del latte, il cui contratto fra produttori e industria di trasformazione è scaduto lo scorso 30 giugno e che necessariamente dovrà essere fissato nel pieno rispetto dell’andamento reale del mercato, e alla fine dell’applicazione del sistema del super-prelievo, per non aggravare ulteriormente i gravi problemi di liquidità delle aziende zootecniche”. Sono questi i due problemi che l’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, ha posto a Roma al Tavolo di filiera del latte, convocato al ministero delle Politiche agricole.

La Lombardia, con 4,4 milioni di tonnellate prodotte, rappresenta il 42% del totale nazionale, grazie a un’ossatura di oltre 6mila stalle. Sono 13, invece, i formaggi a denominazione d’origine protetta del territorio lombardo, che assorbono complessivamente oltre il 50% della produzione regionale di latte: Bitto,
Formaggella del Luinese,
Formai de Mut dell’Alta Valle Brembana,
Gorgonzola,
Grana Padano,
Nostrano Valtrompia, Parmigiano-Reggiano, Provolone Valpadana,
Quartirolo Lombardo,
Salva Cremasco,
Strachitunt, Taleggio, Valtellina Casera.

“Ritengo innanzitutto doveroso ringraziare il Ministero per aver accolto la richiesta che ho formulato nelle scorse settimane insieme alla collega Sonia Ricci, assessore della Regione Lazio – aveva dichiarato Fava, aprendo per primo i lavori al Tavolo interprofessionale -. È apprezzabile l’intenzione del ministero delle Politiche agricole, di affrontare anche nell’ambito della presidenza italiana nel semestre europeo i temi legati al mercato del latte e alla fine del regime delle quote. Tuttavia, io e la collega Ricci siamo preoccupati per alcuni problemi contingenti che riguardano da vicino il comparto e i produttori in modo particolare”.

Nello specifico, sul tema del prezzo del latte l’assessore Fava ha ricordato che “le dinamiche produttive al di fuori dei confini nazionali, fanno temere per una fissazione al ribasso del nuovo prezzo. Ragione per cui serve l’impegno forte del Governo per convocare, tempestivamente, un nuovo Tavolo fra le parti in causa, fermo restando che non è nostra intenzione sostituirci al mercato”. L’ultimo accordo interprofessionale, valevole per il periodo 1° febbraio 2014 – 30 giugno 2014, segnò la cifra record di 44,5 centesimi per litro di latte.

Altra questione, altrettanto urgente, è quella del cosiddetto “super prelievo”, la trattenuta cioè che i primi acquirenti operano nei confronti dei produttori, a tutela di un’eventuale produzione oltre la quota assegnata. “È fatto pacifico che negli ultimi anni i produttori di latte non hanno ecceduto le loro quote di produzione – ha ricordato Fava -. Preso atto di questo, della mancanza di liquidità che colpisce molte aziende, della concorrenza sul mercato globale e del fatto che il regime delle quote è giunto alla fine, essendo in scadenza col prossimo 31 marzo, ritengo assolutamente irragionevole continuare ad applicare il super prelievo. Procedendo peraltro immediatamente alla restituzione di quello dell’annata 2013/14, versato e non dovuto”.

Per l’assessore lombardo bisogna “da un lato rispettare le disposizioni europee ma, contemporaneamente, cercare di non compromettere i bilanci delle imprese agricole con indirizzo lattiero, provocando effetti negativi per tutto l’indotto”.