Piace sempre più ai giovani…

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Sono ben trentamila i giovani che nel corso del biennio 2016/2017 hanno presentato in Italia domande per l’insediamento in agricoltura usufruendo dei fondi previsti dai Programmi di Sviluppo Rurale (PSR) dell’Unione Europea. Di queste, il 61% si concentra al sud e nelle isole e il restante 19% tra nord e centro. È quello che Coldiretti ha definito un ‘ritorno epocale’ all’agricoltura, il primo dopo l’avvento della rivoluzione industriale. Lo studio di Coldiretti, denominato non a caso “Ritorno alla Terra”è stato presentato nei giorni scorsi nel corso del primo “Open Day dell’agricoltura” italiana, organizzato in Puglia per dare a tutti la possibilità di vivere un giorno da contadino: sui trattori, nelle fattorie didattiche o a contatto con gli animali.

Gli ultimi dati Istat indicano un calo dello 0,9% della disoccupazione giovanile in Italia rispetto a febbraio 2018 e del 4,4% su marzo 2017: le nuove generazioni, sottolinea la Coldiretti, sono il motore dell’agricoltura del futuro con una crescita del 6% nel 2017 per un totale di 55.121 imprese agricole italiane condotte da under 35 che pone l’Italia al vertice nell’unione Europea. Rispetto alla media le aziende agricole dei giovani possiedono una superficie superiore di oltre il 54%, un fatturato più elevato del 75% e il 50% di occupati per impresa in più. E ancora, usano il web e la tecnologia, 1 su 4 è laureato e conosce, almeno a livello scolastico, una o più lingue straniere, mentre 8 su 10 sono abituati a viaggiare e andare all’estero.

Il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo ha sottolineato  che “il mestiere della terra non è più considerato l’ultima spiaggia di chi non ha un’istruzione e ha paura di aprirsi al mondo, ma è la nuova strada del futuro per giovani generazioni istruite e con voglia di fare tanto”. Lo dimostra il fatto che – ha precisato Moncalvo – le domande ad oggi presentate già superano di circa il 44% il totale degli insediamenti previsti per l’intera programmazione fino al 2020 secondo l’analisi effettuata sui dati regionali”.

Per sostenere gli aspiranti colleghi imprenditori, i giovani della Coldiretti hanno costituito anche una speciale task force che opera a livello territoriale con tutor, corsi di formazione e consigli per accesso al credito. Alla base di tutto, un “percorso in dieci mosse” per avere successo nei campi: si parte se si hanno le idee chiare sul tipo di impresa da costituire e per la quale stilare un progetto di sviluppo, continuando poi dopo aver studiato il territorio in cui si intende operare, le risorse disponibili, il mercato, la concorrenza e le normative vigenti. Si passa successivamente alla progettazione vera e propria, comprensiva di una verifica della fattibilità che può essere effettuata con l’aiuto di consulenti ed esperti che permettano la realizzazione di un business plan  in grado di conferire credibilità al progetto e consentire la richiesta di finanziamento che rappresenta una tappa fondamentale del percorso insieme alle verifica successiva della possibilità di accesso a risorse private o pubbliche, una volta individuato l’istituto di credito al quale appoggiarsi o il bando pubblico al quale concorrere.

Emiliano Raccagni