Patentino: un’altra puntata…

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Il 22 febbraio 2012 è una data da ricordare, perché in quel giorno è stato pubblicato l’ Accordo Stato-Regioni, che in attuazione dell’art. 73 del ben noto D.Lgs 81/08 ha sancito la necessità per gli agricoltori del cosiddetto Patentino, o meglio l’”Abilitazione alla conduzione dei trattori agricoli”. In estrema sintesi, un corso che prevede 3 ore in aula più 5 ore pratiche per la pratica su trattori a ruote (e altre 5 se ci si vuole abilitare anche per quelli cingolati), più esame finale teorico-pratico.

Un’ottima iniziativa, attesa da tempo (secondo alcuni), volta a migliorare la conoscenza del mezzo e delle sue particolarità di conduzione, per aumentare la sicurezza degli addetti. Un’ennesima gabella da pagare (secondo altri), fieramente convinti della validità della loro esperienza, magari pluridecennale, alla guida di mezzi agricoli.

Sicuramente una bufera (tra le tante…) nel mondo agricolo: basti pensare che l’abilitazione la devono acquisire praticamente tutti i conduttori di macchine agricole, che secondo i dati INPS del 2013 sono tutti i lavoratori autonomi (sono 450 mila persone circa) e una buona parte dei dipendenti (altri 550 mila). Una (notevole) facilitazione è però stata inserita nell’accordo: all’art. 9, si prevede che i lavoratori del settore agricolo con un’esperienza documentata di almeno 2 anni (alla data di entrata in vigore del provvedimento legislativo) siano esentati dal corso iniziale, e rimangano soggetti solamente al corso di aggiornamento (di 4 ore) da frequentare entro 5 anni dalla data di entrata in vigore, quindi entro febbraio 2017. In ogni caso, rimangono da formare molti soggetti, in particolare i giovani che si avvicinano per la prima volta all’agricoltura, come ad es. gli studenti degli Istituti Agrari o delle Facoltà di Agraria, che magari non sono mai saliti su un trattore. E fin qui, in realtà, non c’è nulla di nuovo…

C’è però una novità, ovvero la seconda puntata.

Con la circolare n. 34 del 23.12.14 il Ministero del lavoro ha emanato le “Istruzioni operative per lo svolgimento dei moduli pratici dei corsi di formazione per lavoratori addetti alla conduzione di trattori agricoli o forestali”, un (corposo) documento predisposto da un Gruppo di Lavoro coordinato dall’INAIL, che specifica le modalità di esecuzione delle prove pratiche, non inserite (per forza di cose) nell’accordo originario. I Centri che stanno erogando i corsi di abilitazione dovrebbero quindi prontamente adeguarsi a quanto disposto.

La questione non appare però così semplice.

Si prospettano alcuni problemi tecnici, tra cui quelli relativi ai requisiti minimi dell’area, delle strutture e delle attrezzature, il cui rispetto si profila notevolmente complesso e oneroso. Ad es., è richiesto un piazzale con fondo in cemento, asfalto o terra battuta di almeno 300 m², un percorso di prova pianeggiante di almeno 250 m con una curva a 90° con raggio non inferiore a 12 m, delle aree con pendenze trasversali differenziate… Per una realizzazione ex-novo, si tratta senza dubbio di un notevole investimento, sia in termini di superficie occupata che di movimentazione di terra, senza considerare i costi di un’eventuale copertura in asfalto o in calcestruzzo, con le necessarie opere al contorno. E le attrezzature? E’ richiesto almeno un trattore gommato (più uno cingolato se si tengono anche i corsi per i cingolati), un rimorchio monoasse, uno a due assi con ralla e una serie di attrezzature portate che determinino dei carichi anteriori, posteriori e laterali (come ad es. un braccio decespugliatore). Anche qui, insomma, se si parte da zero è da prevedere un notevole investimento, che rende quasi obbligatorio stipulare accordi di collaborazione con un concessionario, per poter disporre del macchinario necessario senza dover impegnare un capitale. Inoltre, sebbene le istruzioni parlino di un solo trattore, per poter svolgere il tutto nei tempi previsti è quasi inevitabile dover impiegare più macchine, in modo tale da eseguire contemporaneamente le prove con più corsisti.

Solo in tal modo i corsi sarebbero veramente utili, perché offrirebbero l’opportunità di poter provare diversi mezzi in varie condizioni operative, sia di carico che di pendenza, e permettendo così all’operatore (soprattutto quello poco esperto) di percepire le reazioni del trattore in condizioni di elevata sicurezza.

Però, non è tutto… Una frase riportata nella prima pagina della Circolare Ministeriale lascia sconcertati: infatti si afferma che l’applicazione di tutto quanto scritto assume carattere puramente volontario, avendo obbligo di legge solo ciò che è riportato nell’Accordo.

Quindi: sono state preparate delle indicazioni che, seppur onerose in termini di costi e di tempo, permetterebbero di tenere dei corsi veramente efficaci, soprattutto per i novizi, ma non vengono rese obbligatorie.

Come andrà a finire?

 

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