Omaggio alla Russia

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In linea con il tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita“, l’idea del Padiglione russo a Expo Milano 2015 riflette il significativo contributo alla sicurezza alimentare globale che la Russia ha portato al Pianeta grazie al suo patrimonio scientifico e agricolo e il contributo che la Nazione potrà continuare a portare se sfrutterà in maniera sostenibile il suo enorme potenziale di tecnologie e conoscenze. Il Padiglione russo a Expo Milano 2015 racconta le storie di molti scienziati russi di fama internazionale, il cui lavoro ha contribuito allo sviluppo dell’agricoltura e della sicurezza alimentare. Molti di essi sono quasi sconosciuti di nome, ma i loro studi o le loro scoperte sono alla base della agricoltura moderna. Prendiamo, ad esempio, Nikolai Ivanovich Vavilov. Chi era? Agronomo, botanico illustre, visse in Russia tra il 1887 e il 1943. Antesignano degli studi sulla biodiversità, ebbe come obiettivo principale di tutta la sua attività l’individuazione delle zone di origine delle principali piante alimentari coltivate e delle specie primitive dalle quali derivano, delle loro caratteristiche di resistenza alle malattie oppure dei loro tratti di interesse agronomico. Fece oltre 110 spedizioni in diverse parti del mondo durante le quali raccolse, catalogò e descrisse piante di diversa provenienza e non solo di interesse agronomico. Oggi il 30% di queste piante sono estinte. Egli può essere considerato il fondatore delle moderne banche genetiche. Realizzò, infatti, una raccolta di semi di piante dal valore agronomico che fu per molto tempo l’unica raccolta di questo genere e che ancor oggi garantisce la sicurezza alimentare nel mondo. Questa raccolta è stata inserita dalla FAO nella lista del centro dei raccolti del futuro. In un suo scritto egli afferma: “Il compito del nostro lavoro con le piante consiste dell’eliminare il problema della scarsità di cibo per l’umanità”. Pioniere su tutti i fronti!

Altro nome poco noto: Vladimir Ivanovic Vernadskij. Visse tra il 1863 e il 1945 e fu geochimico e mineralogista. Cosa gli deve l’agricoltura moderna? Nella sua opera “La Biosfera” del 1926 egli teorizza per primo l’impiego degli oligoelementi nella produzione agricola e l’uso razionale delle risorse. Fu uno dei primi scienziati a riconoscere che l’ossigeno, l’azoto e il biossido di carbonio presenti nell’atmosfera terrestre sono il risultato di processi biologici e a definire il ruolo dell’agricoltura nel loro ciclo. Egli scrisse: “Nella biosfera è individuato un ciclo di materia nell’ ecosistema, inevitabilmente associato  con l’attività umana. La biosfera è l’interazione armoniosa  della natura e dell’uomo”. E ancora: “L’uomo deve provvedere  alla conservazione del suolo, delle ricchezze marine degli animali  e delle piante per le generazioni future”. Un antesignano della FAO!

Infine un personaggio invece noto ai più: Dmitrij Ivanovič Mendeleev. Fu colui che riconobbe la regolarità di comportamento degli elementi chimici, legata alla regolarità della struttura atomica e che, in base a queste osservazioni, fornì un sistema di classificazione specifico: la tavola periodica degli elementi chimici, base della chimica moderna di tutto il mondo. E cosa c’entra con l’agricoltura? Oltre al fatto che comunque l’agricoltura moderna si basa su scoperte e conoscenze chimiche, a Mendeleev l’agricoltura deve anche dell’altro: egli infatti diede grandi contributi alle tecniche di lavorazione del suolo  e a migliorare l’aratura. Questo il contributo che la Russia ha dato alla agricoltura. Oggi il Paese, con i suoi oltre 20 milioni di terra arabile, la più grande produzione mondiale di cereali e la potenzialità di triplicare tale produzione, è sicuramente un paese che potrà giocare un ruolo strategico nel raggiungimento degli Obiettivi del Millennio. C’è da augurarsi che l’eredita di pensiero lasciatagli dai suoi scienziati illustri gli indichi le modalità per un approccio sostenibile all’agricoltura del futuro!

Articolo di Maria Luisa Doldi