Oltre 16 mila ettari di terreni a disposizione dei giovani

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Sono oltre 16 mila gli ettari di terreni, per un totale di 624 aziende agricole potenziali e per un valore complessivo minimo atteso di 255 milioni di euro, coinvolti nella procedura di vendita del quarto lotto dei terreni della Banca nazionale delle Terre Agricole destinati esclusivamente a sostenere gli investimenti dei giovani agricoltori. Il bando per l’anno 2021 prevede che sino al prossimo 7 settembre sarà possibile inviare le manifestazioni di interesse per l’acquisto di uno o più terreni, ubicati in prevalenza nel Sud (74%), soprattutto in Sicilia, Basilicata e Puglia, nel Centro Italia (17%), in particolare in Toscana, e nel Nord (9%), distribuiti tra Emilia-Romagna, Veneto, Lombardia, Piemonte e Liguria.

“In Italia l’agricoltura è cultura, distintività e radicamento al territorio, dunque non solo produzione di materie prime” sottolinea il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Stefano Patuanelli; “si tratta di un progetto che permette di riscoprire il valore della terra con elementi nuovi, come l’innovazione, la sensoristica, la riduzione dell’impronta ambientale sulle produzioni e delle emissioni. Bisogna ripartire con nuove consapevolezze e abbiamo bisogno delle nuove generazioni per continuare su paradigmi diversi. Non mancheranno risorse e nemmeno le idee da parte degli imprenditori agricoli italiani”.

La Banca nazionale delle Terre Agricole di Ismea comprende terreni agricoli, già coltivati e in grado di produrre reddito fin da subito, assegnati da Ismea tramite una procedura di vendita all’asta semplice e trasparente. Nata nel 2016, BTA favorisce l’incontro tra domanda e offerta di terra, con la possibilità per i giovani sotto i 41 anni di pagare il prezzo del terreno ratealmente, con un piano di ammortamento fino a 30 anni.

“Gli andamenti demografici degli ultimi decenni” osserva il Presidente di ISMEA Enrico Corali “evidenziano una crescita costante della popolazione mondiale. A questo aggiungiamo che le abitudini alimentari nei Paesi in via di sviluppo si stanno spostando con sempre maggior decisione da una dieta a base di carboidrati (pasta, pane e riso) a un’alimentazione proteica, più complessa e dispendiosa dal punto di vista della combinazione dei fattori produttivi. Per tutto questo, il settore agricolo e, in primis, la disponibilità di superfici coltivabili, è destinato a diventare sempre più centrale nell’economia mondiale. Pensando a questi bisogni futuri che saremo chiamati a gestire, Banca delle Terre è un progetto lungimirante, prezioso e necessario che rimette in circolo terreni produttivi”.

Antonio Longo