Ok alla riforma del Servizio Fitosanitario

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Con il via libera arrivato nei giorni scorsi dal Consiglio dei Ministri, è ufficiale la riforma del Servizio Fitosanitario nazionale dei settori sementi, della vite e delle colture orticole e frutticole. Una serie di modifiche di riordino allineano la normativa nazionale a quella europea, come da Regolamento 2016/2031 e, in materia di sanità delle piante, recependo il Regolamento Ue 2017/625.

Tra le principali novità, si interviene profondamente sui modelli di intervento dovuti a emergenze fitosanitarie, con la predisposizione di un Piano di emergenza nazionale che comprenda le linee di azione, le strutture coinvolte, responsabilità e procedure, oltre a contenere le risorse finanziare necessarie per fronteggiare focolai di organismi nocivi.

Inoltre, è previsto il rafforzamento dei controlli alle importazioni e alle produzioni interne, l’individuazione di una rete di laboratori nazionali (che verranno potenziati) per la diagnosi e la ricerca, la modifica della struttura del passaporto delle piante e una maggiore responsabilità a carico degli operatori professionali, in un’ottica di tracciabilità totale.

Secondo il sottosegretario alle Politiche Agricole Giuseppe L’Abbate, “Il pacchetto approvato rilancia il ruolo e l’efficienza del Servizio Fitosanitario, sia a livello nazionale che regionale. L’obiettivo è di rendere ancora più efficiente e veloce la capacità di risposta del sistema nei confronti delle sempre più frequenti minacce derivanti dall’introduzione di organismi nocivi sul nostro territorio, a cui purtroppo ci espongono sia i cambiamenti climatici sia la globalizzazione del commercio. Nel lavoro di concerto, portato avanti dal Mipaaf, sono state accolte sia le richieste di rafforzamento dell’organico così da rendere effettivamente realizzabile una più estesa opera di prevenzione e difesa della nostra produzione agricola, sia lo stralcio dei riferimenti agli Ogm che avevano destato qualche preoccupazione. In realtà il divieto di coltivazione in Italia risultava comunque garantito da specifiche normative ma si è preferito, in definitiva, affinare i testi in materia di sementi così da non ingenerare inutili polemiche che poco hanno a che fare con il cuore di questa importante riforma. Ora il nostro Paese potrà avvalersi di un Servizio Fitosanitario più efficiente e all’avanguardia, in grado di sostenere e tutelare il comparto agricolo nazionale”.

Con la nuova organizzazione, il Servizio Fitosanitario nazionale si articola in Servizio Fitosanitario Centrale, nei Servizi Fitosanitari regionali e delle Province Autonome e nell’istituto nazionale per la protezione delle piante. Il CREA è invece stato individuato come istituto di riferimento per il supporto scientifico e diagnostico, con il compito di realizzare approfondimenti sugli organismi nocivi di recente comparsa, di predisporre analisi di rischio fitosanitario e ambientale, oltre che di mettere a punto e validare i metodi analitici attraverso attività di sperimentazione diretta.

Sempre in tema di servizio fitosanitario, nei giorni scorsi la Lombardia ha annunciato un piano di riorganizzazione che prevede stanziamenti per 6,4 milioni di euro, apertura di nuovi presidi e assunzione di 20 nuovi ispettori. Tra i compiti derivati dal potenziamento del servizio, quello di studiare e combattere gli agenti esterni, come cimice asiatica, maculatura bruna, Popillia japonica, cascola delle olive…

Emiliano Raccagni