Mother Regulation: un’opportunità, non un problema

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L’approvazione del Regolamento Europeo EU167/2013, meglio noto come “Mother Regulation” è stata un evento importante nel mondo della meccanizzazione agricola. Il Regolamento Europeo EU 167/2013 fissa infatti i criteri di omologazione per le macchine agricole e forestali  ed è obbligatorio per tutti i Paesi membri. Ad esso è subordinata la direttiva EU 251/68 per l’omologazione dei sistemi frenanti. L’entrata in vigore del Regolamento è ancora in divenire: dal primo gennaio del 2016 i Pesi membri non possono rifiutare di immettere in circolazione nel proprio territorio veicoli ad esso conformi, mentre dal primo gennaio del 2018 in tutto il territorio comunitario potranno essere messe in circolazione solo i veicoli che ne rispettano i requisiti. Fanno eccezioni i rimorchi (cat. R) e le macchine trainate (cat. S), per i quali l’applicazione è facoltativa. Per questi veicoli il costruttore può decidere se omologare secondo il nuovo Regolamento o continuare ad attenersi alla normativa. La Mother Regulation prevede dei link ai Regolamenti relativi alle varie parti funzionali da omologare, per avere infine l’omologazione complessiva del veicolo o del rimorchio. Allo stato attuale ogni Paese dell’UE ha le sue norme per la messa in circolazione di veicoli agricoli e forestali. Dal 2012 L’Unione Europea si è posta obiettivo di armonizzare e semplificare le procedure di omologazione per garantire la sicurezza funzionale paritaria in tutti gli Stati Membri e la piena competitività tra i vari stati. Nel momento in cui entrerà pienamente in vigore tutti gli stati saranno sullo stesso livello, mentre ora l’Italia è sfavorita rispetto a Francia e Germania, perché il nostro Codice della Strada è più severo quanto a requisiti per la circolazione. A giudizio di molti Costruttori, è auspicabile una Circolare che lo aggiorni per mettere gli operatori italiani che costruiscono e utilizzano macchine agricole, attualmente penalizzati, sullo stesso piano di tutti quelli europei. L’introduzione del Regolamento può quindi essere vista più come un’opportunità che come una complicazione.

Elena Consonni