Lunga vita ai tunnel agricoli

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Figura 1

In Europa la coltivazione in serra di plastica ha permesso di convertire terreni apparentemente improduttivi in moderne strutture agricole. Diverse tipologie di materiali plastici come PVC (cloruro di polivinile), PC (policarbonato) e LDPE (polietilene a bassa densitĂ ) sono comunemente utilizzati per la copertura delle serre. La maggior parte dei polimeri plastici che compongono i film di copertura sono soggetti però a degradazione causata dall’esposizione dei raggi UV (290-400 nm) o alla luce bianca (400-700 nm). La combinazione di radiazioni UV e agenti chimici utilizzati nelle serre – soprattutto zolfo e cloro – aggrava i problemi della degradazione delle coperture plastiche. Lo zolfo è particolarmente aggressivo e gli attuali metodi di applicazione hanno un grande impatto sulla degradazione del film plastico.

L’Unione Europea sta investendo nello sviluppo di prodotti innovativi per migliorare la coltivazione sotto serra. Trovare materiali più resistenti per le coperture delle serre in plastica avrebbe molti impatti positivi, non solo di natura economica per i proprietari delle serre, ma anche su tutta la società europea. Infatti:

  • renderebbe la costruzione di tunnel in plastica indipendente da prodotti extra-europei. Attualmente, infatti, i sistemi principali utilizzati per la copertura delle serre in plastica e meglio resistenti agli agenti chimici sono di produzione indiana o cinese;
  • ridurrebbe il consumo di plastiche trattate e la produzione di rifiuti plastici contaminati, dannosi per l’ambiente e per la salute.

Uno dei progetti messi in pista per indagare materiali innovativi si chiama GREENAVOID. Esso coinvolge diversi aziende, istituti di ricerca e utilizzatori finali di diversi paesi europei e non (ad esempio, Israele). Anche l’Italia partecipa al progetto con la cooperativa Apofruit.

Lo scopo del progetto Greenavoid è quello di sviluppare una soluzione che combini una nuova formula per il film di polietilene resistente ai raggi UV e alle degradazione dovuta alla presenza corrosiva dello zolfo, con un modello migliorato di vaporizzatori che minimizzino la quantità di zolfo necessaria all’interno della serra. L’obiettivo da raggiungere è quello di ottenere un film con 3 anni di garanzia in presenza di zolfo ed esposizione alla luce di 145-150 KIAngleys/anno (razione media del sud Europa). Inoltre questo film dovrà essere resistente a una concentrazione di 3500 ppm di zolfo e 250 ppm di cloro, con minimo l’85% di trasmittanza PAR e blocco dei raggi UV.

Al momento GREENAVOID – che è partito nel 2012 con una dotazione europea di 1 140 000 €, ha identificato due prodotti principali:

  • un film plastico costituito da tre strati, trattato con nanomateriali appositamente sviluppati e che così risponde alle funzionalitĂ  richieste;
  • un sistema di vaporizzazione di composti di zolfo che, pur offrendo una buona distribuzione sulle piante, permette di disperdere meno zolfo nell’ambiente aereo e quindi sul film plastico. Esso permette di ottenere un deposito di zolfo sul film inferiore del 60-70% rispetto a metodi classici.

Si stanno finalizzando le ultime fasi del progetto, anche per testare la durata effettiva di tre anni del film plastico,  ma i risultati fino ad ora ottenuti promettono di poter dotare l’agricoltura europea di un nuovo sistema che ne aumenterà la competitività e la sostenibilità.

I nanomateriali sviluppati nel progetto e utilizzati per il trattamento del film potranno probabilmente essere utilizzati anche nell’industria dell’imballaggio e delle auto.

Maggiori inormazioni e contatti:

  • QUI un video esplicativo del progetto
  • QUI la pagina web del progetto con informazioni e contatti

Nell’immagine, la maggior parte dei polimeri plastici che compongono i film di copertura delle serre hanno problemi di durata e sono soggetti a degradazione causata dall’esposizione dei raggi UV  o alla luce bianca in combinazione con gli agenti chimici utilizzati nelle serre. (Fonte: Greenavoid)

di  Maria Luisa Doldi