Letame e reflui: dalle stalle alle stelle

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Nel corso degli ultimi 50 anni i fertilizzanti chimici contenenti fosforo inorganico hanno aumentato le rese delle colture e della produzione di cibo in tutto il mondo. Tuttavia ora ci viene presentato il conto dell’uso intenso che abbiamo fatto di tali prodotti. I fertilizzanti al fosforo, ad esempio, possono essere dispersi attraverso le falde acquifere e risultano essere una delle cause primarie della eutrofizzazione delle acque dolci e dei mari. Questa lisciviazione di fosforo non è solo un problema di inquinamento, ma anche di perdita di risorse limitate. Il fosforo, infatti, è una risorsa finita e le fonti conosciute da cui ricavarlo – minerali fosfatici quali fluoroapatiti, idrossiapatiti, carbonatoapatiti, etc. – stanno diventando sempre più scarse. Trovare il modo di riciclare o ri-acquisire il fosforo per fertilizzare le colture è dunque sempre più importante.

Una nuova ricerca condotta da studiosi finlandesi suggerisce che liquami e letame (e fanghi di depurazione) potrebbero essere il materiale da cui recuperare o riciclare il fosforo. Tra l’altro il fosforo presente in questi materiali sembra essere più disponibile per le colture di quanto si pensasse. Lo studio ha infatti trovato che alcune forme di trattamento delle acque reflue e del letame forniscono alle piante più fosforo di quanto non facciano i fertilizzanti inorganici convenzionali.

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In esperimenti di laboratorio condotti con Lolium multiflorum come coltura si sono considerate le percentuali di assorbimento del fosforo da parte della pianta da liquami sottoposti ai  diversi trattamenti a cui essi vengono sottoposti in Europa. I risultati indicano che il fosforo è più disponibile per le piante coltivate se il liquame somministrato è stato trattato biologicamente (usando microbi che catturano fosfato) o con l’aggiunta di una quantità minima di ferro coagulante. I coagulanti di ferro sono a volte aggiunti liquami per evitare che il fosforo si disperda nei corsi d’acqua, causando eutrofizzazione. Si è inoltre osservata una maggiore disponibilità di fosforo per le piante se il letame è trattato con digestione anaerobica o come compost, soprattutto quando combinato con trattamento acido e ossidante.

Questi risultati sono in contrasto con le conoscenze tradizionali secondo cui le possibilità di recupero del fosforo da sottoprodotti come il letame e liquami sarebbe limitata. La ricerca, dunque, suggerisce che se trattati adeguatamente, letame e fanghi sono in grado di fornire ancora più fosforo disponibile per i vegetali di quanto si pensasse e soprattutto più dei fertilizzanti inorganici tradizionali. Questi risultati devono essere confermati per verificare se diverse colture e tipi di suolo possono portare a cambiamenti nella disponibilità o assorbimento di fosforo da parte delle piante. I ricercatori concludono però che un efficace riciclo di fosforo  con opportuni trattamenti di reflui dovrebbe essere incoraggiato per realizzare appieno i vantaggi del recupero e riciclo di fosforo e contrastare l’attuale perdita di fosforo in falda e la conseguente eutrofizzazione. Lo studio è disponibile QUI

Articolo di Maria Luisa Doldi