L’agricoltura ha fame di nuove tecnologie

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Utilizzo di nuove tecnologie, sfruttamento di tutte le potenzialità offerte dal web e una generale curiosità nei confronti di tutte le novità che possono contribuire a migliorare il lavoro e la redditività dell’azienda agricola. È il mondo dell’agricoltura 2.0 fotografato da un’indagine effettuata da Nomisma, presentata in questi giorni al Museo della Scienza e della tecnica di Milano. Secondo la ricerca, quasi la totalità della aziende agricole (95,6%) usa pagine web, banche dati online o più generalmente consulta internet per le proprie attività in campo. In questo ampio campione, il 35,2% si collega per ottenere dati e informazioni meteo, mentre l’11,2% lo fa per tenersi aggiornato sui prezzi dei prodotti agricoli. Sorprende, ma fino a un certo punto, l’interesse nei confronti dei droni: quasi la metà degli agricoltori li conosce (43%) e sarebbe interessato a utilizzarli per gestire e monitorare le proprie coltivazioni, mentre il 2,1% già lo impiega. Suscita curiosità anche l’impiego di simulazioni virtuali e realtà aumentata per monitorare lo stato delle coltivazioni, con il 28% degli intervistati che si dichiara interessato all’uso di questi dispositivi.

Per molti imprenditori agricoli, l’uso di nuove tecnologie è anche un mezzo per dialogare di più e meglio con il consumatore, raccontando ad esempio la storia dei propri prodotti e delle attività connesse a quelle puramente agricole, come l’ospitalità in agriturismo o le fattori didattiche. Il 20,4% degli agricoltori ha un proprio sito web e di questi, uno su cinque è attrezzato per la vendita online dei prodotti. La fame di innovazione è sempre maggiore, come confermato dall’85% degli intervistati, che si dichiara soddisfatto di come la propria azienda sia adeguata dal punto di vista dell’Ict ma altrettanto a lavorare per migliorarla ulteriormente.

Alla presentazione della ricerca ha partecipato anche l’assessore all’Agricoltura della Regione Lombardia Gianni Fava, che nel suo intervento ha posto l’accento su come nuove tecnologie e utilizzo della rete siano sempre più importanti per la ricerca di quella marginalità che per le imprese agricole è sempre più decisiva per sopravvivere e trovare nuove prospettive nei mercati.  “Siamo a un bivio – ha ricordato Fava -, perché’ abbiamo un problema di ricambio generazionale che può essere favorito anche mettendo a disposizione gli strumenti che la tecnologia ci fornisce; per fortuna a riguardo c’è una tendenza positiva: in agricoltura i giovani, l’11 per cento del totale, sono quelli fino a 40 anni di età, anche se l’inversione di tendenza è più teorica che nei fatti. Nel Psr abbiamo messo 45 milioni di euro sulla Banda ultra larga, per portarla anche alle aziende più svantaggiate e a quelle che operano in montagna, ma oggi il tema fondamentale è la remunerazione. Le tecnologie sono utili perché’ si recuperi questo svantaggio, e per trovare nuove prospettive in termini di investimento. L’agricoltore che si avvicina a questo mondo vuole avvicinare nuovi mercati ed essere competitivo, ha bisogno in tempi rapidi di misure per affrontare un mercato che è diventato selvaggio, che non è libero se non ha regole chiare e definite”.

Articolo di Emiliano Raccagni