I giovani e la viticoltura marchigiana

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La percentuale di viticoltori marchigiani under 40 è quasi il doppio del dato nazionale
In Italia, secondo stime Coldiretti, i giovani impegnati nella viticoltura sono meno del 15%, solo nelle Marche si avvicinano al 30%. Questo dato trova conferma nello stand della regione Marche al Vinitaly: su 107 aziende espositrici, 36 vedono la presenza di under 40, o come titolari o come imprenditori professionali.
Cifre alla mano, ciò vuol dire che su 7.316 aziende vitivinicole nelle Marche, quelle che vedono la presenza di un giovane nell’organigramma sono circa 2.100.
Il Presidente della regione Marche, Paolo Petrini, si dice lusingato da questi numeri, e spiega la decisione del governo regionale di dedicare uno specifico Pacchetto giovani all’interno del programma di sviluppo rurale. In totale i progetti regionali finanziati sono stati 220 e quelli relativi al settore vitivinicolo hanno riguardato le ristrutturazioni aziendali, il miglioramento delle linee produttive e l’acquisto di macchine per la raccolta.
I giovani, infatti, costituiscono un valore aggiunto per tre cose, secondo il direttore dell’IMT (Istituto Marchigiano di Tutela Vini), Alberto Mazzoni: lo studio, l’esperienza tramandata dalla famiglia di agricoltori e l’entusiasmo dell’età.
Tra le new entry del settore, c’è chi abbandonato la precedente attività per dedicarsi alla viticoltura: è il caso di Roberto Venturi, 40 anni, che ora conduce un’azienda di 8 ettari a Castelleone di Suasa, in provincia di Ancona, dove produce Verdicchio Docg Castelli di Jesi e Rosso Piceno. Anche Stefano Balducci, 33 anni, si è entusiasmato e ha preso la strada della viticoltura: laureato in Filosofia, ora gestisce 13 ettari di terreno a Monte San Vito, in provincia di Ancona e può vantare una produzione di 50mila bottiglie fra Morro d’Alba e Verdicchio dei Castelli di Jesi Docg, targata Podere Santa Lucia.