La “versione Bio” della fresatrice Tiger 190

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L’agricoltura biologica sta guadagnando in tutto il mondo un’importanza sempre maggiore, come confermano i dati del recente rapporto “The World of organic agriculture”: oltre 80 miliardi di euro di fatturato, 2,7 milioni di produttori e 57,8 milioni di ettari coltivati. Anche per questo una realtà come Celli, marchio di riferimento da oltre 60 anni nella progettazione, realizzazione e distribuzione di macchine professionali per la lavorazione del terreno, sta orientando il proprio sviluppo in questa direzione, con soluzioni efficaci ed in grado di rispondere ai bisogni di un’agricoltura sempre più orientata a pratiche e soluzioni che rispettino le caratteristiche del terreno. Si inserisce in questo solco una delle ultime novità della gamma Celli, la fresatrice TIGER 190 “versione bio”. L’azienda, forte di una lunga esperienza nella produzione di fresatrici, è partita dal progetto di un modello “tradizionale” per sviluppare soluzioni meccaniche che consentano una lavorazione minimale del terreno: ne è un esempio la coppia di ruote anteriori gemellate grazie alle quali è possibile ottenere una regolazione estremamente precisa ed uniforme della profondità di taglio, in una fascia di terreno (da 3 a 9 cm) dove, mixando la massa organica tagliata con la terra, si ottiene l’effetto compost, che prepara il suolo all’azione della seminatrice. Progettati ad hoc anche i bracci del terzo punto, più lunghi rispetto alle macchine tradizionali, così da mantenere le ruote gemellate alla giusta distanza da quelle del trattore.

Altro elemento chiave è una ventola appositamente ideata, la cui apertura maggiorata evita che il materiale organico tagliato possa urtare contro di essa, preservando l’effetto “naturale” della creazione del compost. A ciò si aggiunge un rotore che, grazie ad ingranaggi per frangor, raggiunge una rotazione più rapida, a 320 giri (invece dei consueti 250): questo consente di ottenere una trinciatura, ovvero di recidere le infestanti molto nettamente e precisamente alla loro radice, ed evitare che ricrescano senza utilizzare diserbanti chimici. Anche le zappe, infine, hanno un angolo di entrata più “aggressivo”, proprio per trinciare la massa lavorata ed evitare la compattazione del terreno. La nuova versione della TIGER 190 vanta inoltre un ingombro ridotto, nel rispetto delle più recenti normative internazionali che fissano a 3 metri la larghezza massima per poter circolare regolarmente su strada. Sempre in un’ottica “bio”, Celli investe ingenti risorse nella realizzazione di soluzioni sempre più potenti, in grado di ridurre notevolmente il tempo necessario per la lavorazione, abbattendo così l’impatto ambientale anche sul fronte dei consumi. In questo senso, la produzione aziendale destinata all’agricoltura biologica comprende anche PIONEER 140 BIO, fresatrice fissa che interviene nella preparazione del letto di semina evitando l’erosione del terreno ed il compattamento, e controllando la presenza delle malerbe, con il vantaggio di mantenere inalterata la struttura e l’umidità del suolo; ma anche altre soluzioni fisse come ERGON 120 e TIGER 250 o pieghevoli come PIONEER 260 P, TIGER 280 P e SUPER TIGER 360 P.

Celli si conferma così una realtà attenta ad ogni esigenza, in grado di offrire una gamma di macchine professionali tra le più complete oggi sul mercato (oltre 90 modelli di 10 tipologie differenti) e di proporre soluzioni adatte a tutti i tipi di terreno e di coltivazione. Sono circa 70 i Paesi nei quali i macchinari Celli vengono distribuiti e riconosciuti come sinonimo di qualità, affidabilità ed innovazione, tra novità tecniche oggi considerate dei veri e propri standard di mercato e brevetti registrati in questi anni ed esportati in tutto il mondo. La produzione si attesta sulle 4mila unità all’anno, tutte realizzate nello stabilimento italiano, mentre la presenza all’estero è affidata ad una sede commerciale in Corea, che ne segue la distribuzione.