La ricerca a servizio di agricoltura e ambiente

1561

Il recente G7  svoltosi a Bologna è stato occasione per il CREA (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) di mostrare al mondo il proprio approccio scientifico, fatto di piccoli e grandi progetti, per contribuire alla sfida lanciata a tutela dell’ambiente.  Dall’economia circolare, con gamberi infestanti che diventano mangimi, alle nuove tecnologie in agricoltura, dove i bachi da seta mostrano grandissime e insperate potenzialità di utilizzo, fino agli insetti nel piatto: l’obiettivo, spiegano i ricercatori, è ottimizzare la gestione delle risorse agricole per limitare gli sprechi e valorizzando anche gli scarti. Come il gambero infestante della Louisiana, utilizzato dai ricercatori del Crea per ottenere mangimi utili agli allevamenti di acquacoltura, che in questo modo possono contare su una risorsa economicamente sostenibile, con basso impatto sull’ambiente e sulle risorse, ma soprattutto intervenendo per contenere la presenza di un animale che da anni sta seriamente mettendo a rischio la biodiversità in molte zone d’Italia dopo la sua diffusione incontrollata.

Dalle bucce e dai vinaccioli delle vinacce i ricercatori hanno ricavato farine e antiossidanti naturali. Il baco da seta, poi, diventa la materia prima per qualcosa che non ti aspetti. Mediante un innovativo processo testato in laboratorio i ricercatori sono riusciti a ottenere dal prezioso insetto una fibra di alta qualità, utilizzabile per creare gioielli “misti” con seta e oro e materia prima per la filiera biomedicale. Perfino gli scarti del procedimento sono utilizzabili, sottoforma di olio e proteine da immettere nell’alimentazione animale, composti per la cosmesi, imbottiture, principi attivi da impiegare in farmacologia e addirittura biomassa combustibile. Un altro capitolo dei progetti Crea riguarda la gestione agro-ambientale integrata per ottimizzare acqua ed energia, insieme alla promozione di tecniche colturali sostenibili in grado di preservare i suoli, incrementandone la fertilità. Ampio spazio è poi dedicato agli insetti, considerati come un nuovo integratore alimentare a basso impatto ambientale. O alle api, veri e propri indicatori biologici in grado di monitorare la qualità dell’ambiente in cui vivono. Infine il Crea affronta il tema degli antagonisti naturali delle specie aliene e infestanti che recano danni all’ortofrutta e del nuovo laboratorio per la quarantena.

Tanti lavori in corso, ma anche diverse realtà già testate e messe a disposizione dal CREA al mercato. È il caso dell’essiccatore solare premiato a maggio durante Macfrut per l’innovazione tecnologica nella categoria Macchine e Tecnologie per la selezione e il confezionamento. La macchina, ideata per sostenere e rendere sempre più competitive le PMI agroalimentari italiane, si contraddistingue per la flessibilità (di volumi e di tipi di prodotti da trattare), per i costi contenuti di acquisto e di esercizio, ma, soprattutto, per la qualità finale dei prodotti ottenibili. Inoltre, è altamente ingegnerizzata e caratterizzata da elevata superficie specifica, semplicità d’uso, bassi consumi energetici e ambiente di lavoro protetto, in completo accordo con i concetti di sostenibilità ambientale, economica e sociale. Italo Base+ (questo il nome dell’ultima versione della macchina) guarda oltre i confini, nell’ottica di internazionalizzare sempre di più l’innovazione, in particolare laddove ce ne sia maggiore necessità, come nei Paesi in ritardo di sviluppo. Infatti, sta per sbarcare in Senegal, dove sarà il cuore delle attività produttive di Malanda AgroCentre, cooperativa sociale nata alla fine del 2016.

Emiliano Raccagni