La Pac secondo la Corte dei Conti europea

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Per UNICAA le perplessità sulla complessità dei nuovi meccanismi proposti dalla PAC restano diffuse: si teme un aumento del 15% dei costi burocratici.
La discussione sulla nuova Politica agricola comune è ormai entrata nel vivo: nei giorni scorsi è giunto anche l’intervento della Corte dei Conti europea, che ha esaminato i quattro progetti di regolamento principali presentati dalla Commissione nell’ottobre 2011.
Giambattista Merigo, Presidente di UNICAA, Centro di assistenza agricolo operante a livello nazionale, ha sottolineato come su molti aspetti le perplessità siano diffuse: “La Pac è troppo complicata persino per la Corte dei Conti europea: quest’ultima ha infatti dichiarato apertamente che la nuova proposta per ora non pare avere centrato l’obiettivo dichiarato di una semplificazione delle norme. In particolare la Corte stima che la riforma, così com’è stata presentata, potrebbe comportare un incremento globale del 15% dei costi di gestione dei regimi di pagamento diretto che dovranno essere sostenuti dagli Stati membri”. Una notizia particolarmente allarmante che, se confermata, potrebbe comportare oneri rilevanti per i centri di assistenza agricola attualmente deputati alla gestione delle procedure per l’ottenimento dei premi comunitari per gli agricoltori attraverso l’interazione con le pubbliche amministrazioni. Relativamente alle componenti ambientali della nuova Pac, ovvero condizionalità e “inverdimento”, la Corte ritiene che i meccanismi per ricevere gli aiuti destinati al mondo agricolo saranno difficili da amministrare sia per gli organismi pagatori sia per gli imprenditori che ne dovrebbero beneficiare.
Danilo Pirola, direttore di UNICAA, fa notare: “Già da tempo sappiamo che la nuova Pac prevederà meno aiuti pubblici alle imprese agricole e una loro maggiore esposizione all’andamento spesso altalenante dei mercati. L’auspicio è che perlomeno i costi burocratici da sostenere per ottenere i contributi UE non aumentino a tal punto da disincentivare gli agricoltori stessi dal richiederli”.