La minaccia “aliena” per il Made in Italy

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Sono piccoli, “alieni” per l’ecosistema italiano e, soprattutto, distruttivi. Tanto da costare alle coltivazioni Made in Italy circa un miliardo di euro di danni, secondo le stime di Coldiretti. L’ultimo caso, quello della Xylella fastidiosa che, dopo un lungo viaggio dal Costarica, ha trovato in Puglia l’ambiente ideale per fare strage di ulivi. Ma è in buona compagnia, perché l’invasione di parassiti, favorita dai cambiamenti climatici e dall’intensificarsi degli scambi commerciali nel mondo, è ormai una spiacevole ricorrenza per la nostra agricoltura. Nomi come Popilia Japonica, Drosophila Suzukii e Aetina Tumida, sono infatti fin troppo noti e soprattutto mettono a rischio coltivazioni-simbolo come ulivo, pomodori, agrumi, castagno, frutteti, ma anche le piante ornamentali e perfino le api.

Così, mentre nel Salento sono iniziati gli abbattimenti degli ulivi colpiti dalla Xylella e, contestualmente, sono in atto le attività di potatura, trinciatura, sarchiatura e aratura dei terreni necessarie per togliere un habitat favorevole alla sputacchina, l’insetto vettore del batterio, da alcuni mesi, in Lombardia, si deve fare i conti con l’ultima arrivata, la Popilia Japonica. In questo caso, sono a rischio sono le coltivazioni di pomodoro, dato che questo coleottero, negli Usa, ha già dato prova delle sue potenzialità distruttive, costringendo il dipartimento dell’Agricoltura a investire mezzo miliardo di dollari all’anno per le attività di controllo. La Popilia, le cui larve a fine maggio si trasformano nell’insetto adulto che può raggiungere i 12 cm di lunghezza, di è dimostrata in grado di attaccare quasi 300 specie vegetali, di cui alcune ad altissimo valore aggiunto come mais, vite, pomodoro, meli.

E se le attenzioni sono puntate sul pomodoro, coltivato intensivamente nella Pianura Padana, le castagne hanno già pagato un pesante dazio, con una produzione scesa al minimo storico con 18 milioni di chili, pari a poco più del 30% rispetto a dieci anni fa. La “colpa” e del Dryocosmus Kuriphilus, meglio noto come il cinipide galligeno del castagno. Proveniente dalla Cina, attacca le piante provocando la formazione di galle, cioè ingrossamenti irregolari delle gemme. La lotta, in questo caso, è in corso attraverso la diffusione dell’insetto Torymus Sinensis, un nemico naturale, che, col tempo, potrebbe contribuire ad attutire la diffusione. Danni incalcolabili sta producendo anche la Drosophila Suzukii, un moscerino killer per le ciliegie, l’uva e i mirtilli segnalato e attivo soprattutto in Veneto.

C’è poi l’Aethina Tumida, il coleottero che ha devastato, anzi dimezzato, la produzione di mieli di acacia, castagno, agrumi e millefiori nel 2014, nutrendosi di miele, polline, ma soprattutto delle covate di api, che vengono annientate o costrette ad abbandonare l’alveare. A danno si somma danno, perché la mancata circolazione delle api causa indirettamente problemi anche alle altre coltivazioni, limitando le naturali attività di impollinazione.

E se gli agrumi della Sicilia sono stati gravemente attaccati dalla Tristeza (Citrus Tristeza Virus) che ha indebolito oltre il 30 per cento delle coltivazioni, centinaia di migliaia di piante di kiwi del Lazio e Piemonte sono state letteralmente sterminate dalla batteriosi del kiwi (Pseudomonas syringae pv. Actinidiae), mentre melo e pero in Emilia- sono stati colpiti dal colpo di fuoco batterico (Erwinia amylovora). Ma c’è anche il punteruolo rosso Rhynchophorus ferrugineus originario dell’Asia che ha fatto strage di decine di migliaia di palme dopo essere comparso in Italia per la prima volta nel 2004 e da allora si è dimostrato un vero flagello che ha interessato il verde pubblico e privato in Sicilia, Campania, Calabria, Lazio, Liguria, Abruzzo e Molise.

Per difendere il patrimonio del Made in Italy agroalimentare è necessario – sostiene la Coldiretti – rafforzare gli strumenti di intervento per sostenere i produttori fortemente danneggiati ma è anche doveroso potenziare la ricerca per la prevenzione. Fondamentali, da questo punto di vista, i controlli. Nel 2014 in Italia sono state intercettate quasi 7000 mila partite senza i requisiti fitosanitari previsti dall’Europa. In un terzo dei casi, sono stati trovati insetti, funghi, batteri o virus potenzialmente dannosi.

Articolo di Emiliano Raccagni

1 commento

  1. ho ritrovato su un carciofo etichetta di coltivazione a Cesena, acquistato stamani al mercato aperto a Cattolica, un insetto vivo emergente da una schiuma bianca molto probabilmente una “sputacchina” che potrebbe essere vettore della Xylella fastidiosa.
    Faccio questa segnalazione per capire meglio questo momento di preoccupazione e dare il mio doveroso eventuale contributo.
    Rassicuratemi e se desiderate potrei anche inviare l’immagine.

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