Invito dall’UE: incentivare la vendita diretta

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La vendita diretta si è sviluppata molto in questi ultimi anni ed ha riscosso successo da parte del pubblico. Rintracciabilità e qualità dei prodotti sono garantite.
“Il 15% delle aziende agricole europee vendono più della metà dei loro prodotti con la vendita diretta, ma un consumatore su due dice tuttavia di avere difficoltà a reperire alcuni prodotti agricoli. La vendita diretta è una ricchezza da preservare e ha un potenziale ancora da sviluppare”, lo ha dichiarato il Commissario all’Agricoltura Dacian Ciolos  a Bruxelles dando avvio ai lavori della conferenza Agricoltura locale e filiera corta.
In Italia la crescita diretta e la filiera corta hanno conosciuto, negli ultimi anni, una crescita significativa, sia in termini di incremento di vendite, che di apprezzamento da parte del pubblico. Le cooperative aderenti a Fedagri-Confcooperative sono circa 3.500, di queste oltre 2.600 commercializzano i loro prodotti o nei propri spacci aziendali o attraverso i punti di vendita diretta. Antonello Ciambrello è il responsabile del progetto “Qui da noi” che riunisce negozi di vendita diretta e definisce questo modello di filiera corta, un sistema di vendita storico e consolidato.
La forma di marketing migliore in questo sistema è rappresentata dal passaparola, i ricavi delle vendite, infatti, non permettono ancora alle imprese agricole di investire in campagne pubblicitarie, questo è, sicuramente, uno strumento importante in termini di fidelizzazione dei consumatori, ma resta troppo limitato alle sole aree urbane e rurali limitrofe alle aziende. Infine, per aprire nuove quote di mercato andrebbe sviluppato anche l’e-commerce. Ecco che quindi, secondo Fedagri, per migliorare la competitività della vendita diretta in Italia si rende necessario investire nella formazione di addetti di vendita, esperti nelle attività di marketing.
Il gradimento da parte del pubblico è in crescita: nel periodo compreso tra il 2009 ed il 2011 i fatturati da vendita diretta nelle cooperative sono aumentati del 7%. Un successo che Ciambrello ha commentato così: “È  riconducibile da un lato agli elevati standard qualitativi dei prodotti, alla tracciabilità garantita lungo tutto il processo produttivo e al controllo totale della filiera, dall’altro al rapporto diretto con i consumatori ed alla collocazione dei punti vendita in prossimità degli impianti produttivi che consente ai nostri clienti di poter visitare l’azienda anche durante alcune fasi della lavorazione per poi acquistare prodotti effettivamente freschi”.